Agenzia delle entrate: tutti i nodi da risolvere
Dal cambio al vertice tra Ruffini e Orlandi all’integrazione con Equitalia, passando alla soluzione per gli 800 dirigenti dichiarati illegittimi
È decisamente un’estate calda quella che attende l’Agenzia delle entrate alle prese con una serie di problemi, alcuni dei quali di non facile soluzione. Primo passaggio delicato quello del cambio al vertice con l’insediamento del nuovo direttore generale Ernesto Maria Ruffini che prenderà il posto dell’uscente Rossella Orlandi. Ci saranno poi da risolvere tutti i problemi organizzativi e logistici riguardanti l’annunciato assorbimento di Equitalia, che smetterà di operare, e che verrà integrata in una nuova sezione dell’Agenzia denominata semplicemente Riscossione. Infine c’è il dilemma dei circa 800 dirigenti che da qualche tempo svolgono le proprie funzioni, nonostante la Consulta li abbia dichiarati illegittimi, in virtù di decreti governativi che si susseguono senza arrivare a una soluzione definitiva. Ma vediamoli nel dettaglio queste situazioni calde.
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Dalla Orlandi a Ruffini
Sta suscitando non poche polemiche politiche il cambio della guardia al comando dell’Agenzia delle entrate. Rossella Orlandi, in carica finora, è stata sostituita infatti da Ernesto Maria Ruffini, ex amministratore delegato di Equitalia. Una scelta che in prima battuta è stata ritenuta inopportuna secondo alcuni osservatori, visti i buoni risultati ottenuti dalla Orlandi soprattutto sul fronte della lotta all’evasione. D’altro canto molto criticata, soprattutto da alcuni ambienti politici, è stata anche la scelta adottata dalla Orlandi, che ha rifiutato un posto di consulente al ministero dell’Economia offertale dal governo, decidendo invece di rimanere nell’Agenzia dove, in qualità di vicedirettore, ha ottenuto la delega al catasto. Si dovrà dunque fare i conti con una convivenza stretta tra Ruffini e la Orlandi, che si annuncia quanto mai difficile.
Addio Equitalia
E sul tavolo di Ruffini la prima gatta da pelare sarà quella dell’assorbimento, da parte dell’Agenzia delle entrate, di Equitalia. Dal prossimo primo luglio infatti le funzioni del vecchio ente saranno affidate ad un nuovo ufficio dell’Agenzia delle entrate che assumerà semplicemente il nome di Riscossione. Un passaggio di testimone che bisognerà gestire con grande cautela, viste anche le critiche che sono state avanzate in queste ore da molte parti. Secondo qualcuno infatti, il nuovo ufficio Riscossione avrà a disposizione banche dati molto più ricche riuscendo in questo modo ad operare, in particolare sul fronte dei pignoramenti di conti correnti, stipendi e pensioni, in tempi molto più rapidi di quanto non accadesse in passato. Insomma, chi pensava di essersi liberato dell’odiato giogo di Equitalia, potrebbe dover fare presto i conti con una nuova struttura di riscossione ancora più agguerrita ed efficiente.
Dirigenti illegittimi
E a tenere banco, in questi giorni di passaggio di testimone ai vertici dell’Agenzia delle entrate, c’è anche l’annosa questione dei circa 800 dirigenti dichiarati da ormai circa due anni illegittimi dalla Consulta. Un problema serio, che rischia da tempo di mettere a repentaglio l’operatività di decine di sedi locali dell’Agenzia stessa, e che in questi mesi è stato affrontato in via emergenziale dai governi che si sono succeduti con decreti che hanno semplicemente posticipato la ricerca di una soluzione definitiva. Quest’ultima dovrebbe essere rappresentata da un concorso che in un qualche modo vada a ristabilire i ruoli effettivi da esercitare. Attualmente infatti le funzioni vengono sì garantite, ma da dipendenti che in realtà non sono dirigenti e che quindi percepiscono anche uno stipendio inferiore alle mansioni svolte. Una situazione che ha messo in allerta i sindacati che ora minacciano agitazioni che potrebbero mettere a rischio la funzionalità di una macchina amministrativa che tra qualche giorno dovrà essere invece al pieno dell’efficienza vista la scadenza dei pagamenti di Imu e Tasi. E intanto il governo, nell’ultima manovra bis, ha proposto l’ennesimo decreto tampone per proseguire in emergenza un altro anno. Una situazione dunque intricata, a cui Ruffini dovrà certamente trovare al più presto una soluzione definitiva.