Sette ore tra Alitalia e Ita, ma sempre con voli AZ
Da Cagliari a Fiumicino l'ultimo volo della vecchia era prima della rivoluzione decisa dal mercato. Alla nuova compagnia servirà tempo per ritagliarsi un ruolo e uno spazio
Giovedì 12 ottobre 2021 ore 22.05 da Cagliari decolla quello che ufficialmente è l'ultimo volo di Alitalia. Atterra alle 23.10 a Fiumicino. Forse l'ultimo, perché il marchio è stato acquistato per 90 milioni di euro dalla stessa nascente compagnia e così rimarrà il nome che per 75 anni è stato protagonista, nel bene e nel male, dell'aviazione commerciale italiana. E venerdì mattina alle 06.20 da Milano Linate, decollerà il primo volo Ita per Bari, con uno degli Airbus 320 ereditati. Si è parlato per mesi di discontinuità tra le due aziende, eppure questo primo volo di Ita porterà il codice AZ1637, dove le lettere AZ sono quelle che da sempre hanno contraddistinto in tutto il mondo i voli con la "A" tricolore sulla coda. Niente festeggiamenti però, sobrietà e soltanto una livrea celebrativa che reca la scritta "Born in 2021", Nata nel 2021. E neppure per tutti gli aeromobili, che invece continueranno a vestire la vecchia livrea Alitalia fino alla loro sostituzione.
E' innegabile che per chi ci ha lavorato per decenni sia un cambiamento traumatico, e non si possono biasimare i piloti più anziani, magari quelli che sono usciti proprio dalla scuola di volo Alitalia di Alghero negli anni Ottanta, se la maggior parte di loro ha deciso di non mandare neppure il curriculum a Ita ma di accettare una cassa integrazione per due anni all'ottanta percento. Mica male comunque, considerando che determinate altre categorie di lavoratori superano appena il 30%. Oppure di essere traghettati a una pensione che, sia chiaro, le generazioni successive vedranno più magra.
Da Alitalia a Ita si riparte subito, sette ore e dieci minuti tra l'una e l'altra, niente stop forzati per mesi come avvenne negli Usa alla fine di Twa e PanAm, niente aerei per giorni sui piazzali come da Swissair (1931-2002) al fallimento della società di gestione SairGroup che con le basi di armamento della Crossair ma parte della vecchia flotta e delle vecchie rotte ha dato vita a Swiss.
Ita comincia quasi da zero: ha ottenuto con gare pubbliche la gestione dei servizi Alitalia come manutenzione e handling, ma non eredita i debiti della società precedente. Fiumicino e Linate le principali basi, con la prima a non trovarsi nel cuore della regione capitale della finanza e del maggior numero di viaggiatori per affari, la seconda colonizzata da vettori che portano passeggeri laddove poi possono salire su voli intercontinentali.
Ma a fare la scelta non è la politica, sono i passeggeri (il mercato), ed è ormai conclamato che nel grande bacino della città metropolitana di Milano (circa 7 milioni di persone), la metà trova più comodo Linate e Orio al Serio piuttosto che arrivare a Malpensa. Scalo che peraltro in questo periodo vede una delle due piste chiusa per manutenzione. Da sempre Fiumicino vedeva invece l'arrivo dei voli AZ nazionali la mattina per poi far decollare quelli a lungo raggio, ma oggi tutto è cambiato e a Ita servirà tempo per capire come ritagliarsi una quota di mercato che comunque nel nostro Paese non manca. Insomma, la bravura starà nel farsi preferire.
Sarà necessario scegliere molto bene quali tratte coprire per sfruttare al meglio i 52 aeromobili di cui dispone fino alla fine dell'anno, perché in seguito, almeno secondo le previsioni del piano industriale, dal 2022 arriveranno Airbus di nuova generazione che sostituiranno progressivamente i velivoli più vecchi. E poi si vedrà, perché seppure le previsioni vorrebbero che la flotta salga fino a 105 aerei dei quali 80 di nuova generazione, nulla più dell'aviazione è legato alle situazioni geopolitiche e agli eventi di grande portata come quello che stiamo finalmente superando.
Da domani a lavorare per il vettore nazionale saranno meno di 3.000 persone assunte con contratti di lavoro nuovi più flessibili (e sovente più magri), che nelle intenzioni saliranno a 2.700 persone per la parte relativa alle operazioni di terra e altre 1.200 nell'area manutenzione. Secondo quanto appreso da fonti Ita il vettore servirà da subito 45 destinazioni con 61 rotte che nei programmi aumenteranno a 74 voli su 89 rotte entro il 2025, quando lentamente saranno ripresi anche i voli a lungo raggio. Ma da subito ci saranno sia Milano-NewYork sia Roma-NewYork, ma anche Boston, Miami e Tokyo Haneda da Roma. Per il Sudamerica, storicamente favorevole alle nostre compagnie (i collegamenti aerei con città italiane risalgono al Dopoguerra), l'attivazione dei collegamenti dovrebbe avvenire nell'estate 2022 verso San Paolo e Buenos Aires, quando anche gli usa vedranno atterrare voli Ita a Los Angeles e Washington.
In Italia la continuità territoriale 2022 è stata aggiudicata ieri a Volotea, ma Ita collegherà da subito il Leonardo da Vinci e l'Enrico Forlanini con 21 destinazioni nazionali e con Londra, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Francoforte e Ginevra. Per poi attivare entro l'estate prossima i voli verso Algeri, Cairo, Tunisi, Atene, Madrid e TelAviv. Si riparte ancora insomma, stavolta molto più magri ma con idee finalmente realistiche su come mettersi in cielo quantomeno a giocarsi una partita dall'esito meno scontato. E poi, stante quanto noi italiani amiamo le lettere AZ davanti al numero del nostro volo, ammettiamolo, ci basterebbe un pareggio.
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