Ape volontaria, le cose da sapere sulla pensione a 63 anni
Emanato il decreto che consente ai lavoratori di mettersi a riposo fino a 3 anni e 7 mesi prima della soglia prevista dalla Legge Fornero
Finalmente, dopo mesi di attesa, il decreto del governo è arrivato. Il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, ha firmato il provvedimento che istituisce l’Ape volontaria, cioè l’anticipo pensionistico che consentirà ai lavoratori di terminare la carriera e mettersi a riposo un po’ prima del previsto. La soglia di accesso alla pensione è fissata a 63 anni, ovvero fino a 3 anni e 7 mesi prima di quanto prevedono oggi i requisiti della legge Fornero.
Per congedarsi dal lavoro in anticipo, però, i lavoratori italiani dovranno subire un sacrificio e accettare un taglio alla pensione piena, cioè quella che sarebbe maturata ritirandosi a 66 anni e 7 mesi. Ma ecco, di seguito una panoramica sulle cose da sapere riguardo all’Ape Volontaria
Il prestito previdenziale
Va ricordato innanzitutto che, per introdurre l'anticipo di pensione volontario, verrà utilizzata una soluzione “creativa, mai adottata sinora nel nostro sistema previdenziale. Il lavoratore dovrà infatti chiedere (seppur indirettamente tramite l'Inps) un prestito a un istituto bancario o finanziario, che anticiperà gli assegni pensionistici per i primi anni successivi al congedo dal lavoro. Poi, le somme incassate saranno restituite dal pensionato a rate, nell’arco di 20 anni, con una trattenuta sull'assegno e con un interesse attorno al 3% su base annua.
I tagli all’assegno
Per rimborsare il prestito i lavoratori subiranno un taglio attorno al 5% della pensione piena, per ogni anno di anticipo del ritiro dal lavoro rispetto ai 66 anni e 7 mesi. Chi si mette a riposo a 63 anni, per esempio, subirà una decurtazione superiore al 15%. La penalizzazione sarà però attenuata grazie a un beneficio fiscale poiché il pensionato potrà detrarre dalle tasse, cioè dall'irpef, fino al 50% degli interessi pagati sul prestito previdenziale.
Copertura assicurativa
Oltre alle rate del prestito e agli interessi, l’accesso all’Ape comporta anche la sottoscrizione di una copertura assicurativa sulla vita (sempre attraverso l’Inps). Se il pensionato muore prima di avere restituito tutto il prestito, la compagnia assicurativa verserà le rate mancanti.
Doppia domanda
Il lavoratore dovrà presentare all'Inps una doppia domanda. La prima serve per certificare il diritto all'Ape, sulla base dei requisiti anagrafici, e la seconda (via internet) per chiedere il prestito pensionistico.
Convenzione con le banche
Per l'erogazione del prestito il governo sta per stipulare un'apposita convenzione con l'Abi (Associazione bancaria italiana) e con l'Ania (l'Associazione nazionale delle imprese assicuratrici). La richiesta del finanziamento da parte del lavoratore avverrà tuttavia (come già anticipato) attraverso l'Inps.
I requisiti
Per l'accesso al pensionamento anticipato bisognerà appunto avere almeno 63 anni di età (cioè essere nati prima del 1954) e avere alle spalle almeno 20 anni di contributi. In ogni caso, potrà tuttavia accedere all'Anticipo Pensionistico soltanto chi maturerà una pensione (al netto delle rate di rimborso) non inferiore a circa 700 euro al mese (1,4 volte il trattamento minimo).
Ape social
L’Ape volontaria che sta per partire non va confusa con l’Ape Social, cioè l’anticipo pensionistico concesso ad alcune categorie tutelate di lavoratori, come chi ha redditi medio-bassi. Chi accede all’Ape social, a differenza di chi usufruisce dell’Ape volontaria, non subisce decurtazioni sull’assegno.
Per saperne di più:
- Come funziona il prestito
- Ape volontaria, come si calcola l'assegno
- Ape, le date da ricordare
- Pensioni, cos'è la Rita