Australia o Stati Uniti? Tre suggerimenti per scegliere dove trasferirsi
Meglio il Pacifico per stile di vita e stipendi, l’Occidente per opportunità di lavoro e carriera
Ultimamente si parla (quasi) sempre e soltanto di Australia. E' il paese dove pare si stia meglio al mondo, pieno di metropoli il cui tasso di vivibilità supera di gran lunga la media del Vecchio Continente, la nazione che non solo offre una realistica via d'uscita alla disoccupazione che caratterizza ormai l'intera Europa, ma che permette anche di guadagnare tanto, quindi di mettere da parte una quantità di denaro sufficiente a mantenere i parenti in patria (sempre ammesso che abbiano scelto di rimanervi). L'Australia viene presentata come una nazione in cui chi ha meno di trent'anni, con un Working Holiday Visa, può permettersi di fare una bellissima esperienza di dodici mesi all'estero, visitando l'Australia e, volendo, il resto della regione, senza pesare sul bilancio familiare, perché questo schema permette di guadagnare abbastanza per mantenersi nel corso del soggiorno se, con un po' di fortuna, si trovano i lavori "giusti". Ancora, l'Australia viene dipinta come una sorta di "Paese dei balocchi", dove le persone lavorano poco, guadagnano tanto, possono permettersi di fare tanti figli, e questi ultimi crescono sani e felici visto che clima, servizi e urbanistica permettono loro di trascorrere la maggior parte delle giornate all'aria aperta. Tutto questo in un contesto di paese sviluppato, dove, quindi, gli ospedali funzionano (e anche molto bene), le regole vengono rispettate, le città sono pulite, l'inquinamento sembra non esistere, e gli abitanti sono gioviali e sorridenti.
Se l'Australia e questa, trasferirvici dovrebbe essere il sogno di tutti. E invece non sono pochi quelli che continuano a preferire gli Stati Uniti, o i paesi emergenti (molto) meno sviluppati. In realtà, il problema non è tanto cosa sia meglio o cosa sia peggio, perché prima di lanciarsi in un trasferimento, di breve o lungo periodo non importa, per evitare delusioni e rimpianti sarebbe meglio capire cosa può davvero offrire un paese, e in base a questo decidere quale sia la scelta migliore per noi.
Dal punto di vista delle abitudini e dello stile di vita, tra Stati Uniti e Australia vince sicuramente la seconda: si lavora relativamente poco (è normale essere impegnati per meno di 5 giorni alla settimana, non viceversa), ma si viene pagati tanto. La vita sembra scorrere al rallentatore, e il tempo libero o da dedicare alla famiglia è tantissimo. Tuttavia, tra i lati negativi di questo paese c'è certamente l'isolamento. Si è lontani da tutto e da tutti, sia per motivi tecnici di fuso orario, sia perché quello che succede nel resto del mondo finisce con l'essere osservato con occhi fin troppo distaccati. Quindi ecco, forse chi decide di trasferirsi in Australia potrebbe sentirsi davvero appagato decidendo di rimanervi o pochissimo, o per tutta la vita.
Per quel che riguarda stipendi e professionalità, forse sono meglio gli Stati Uniti. Anche se, come abbiamo già detto, in Australia, in media, si guadagna di più, chi ambisce a fare una rapida e brillante carriera farebbe bene a non prendere in considerazione questo paese. O meglio, a guardare prima agli Stati Uniti, e a Melbourne e Sydney solo in seconda battuta. Perché l'esperienza americana sul curriculum vale di più, e passeranno decenni prima che questo primato possa essere davvero scalfito. Attenzione però: l'America è ancora in crisi e il tasso di disoccupazione al 7%, e dal momento che mettere un'esperienza "anglosassone" sul curriculum può facilitare la transizione verso gli USA, potrebbe non essere sbagliato spostarsi prima in Australia e poi in America.
Altro dettaglio che inevitabilmente influenza la scelta è il settore in cui si vuole lavorare. Il mercato del lavoro americano è molto più grande di quello australiano. Non solo, in Australia il settore manifatturiero, già non particolarmente sviluppato, è in forte crisi, e la maggior parte degli immigrati si sposta nel paese per fare lavori manuali. Ci sono posizioni disponibili anche nel terziario, ma la maggior parte è legata al settore primario. Negli USA, invece, crisi permettendo, c'è un po' di tutto, dalla finanza al manifatturiero, senza dimenticare arte, cultura, spettacolo e servizi.
Mettiamola così, fino a quando l'economia australiana continuerà a crescere, potrebbe forse essere più saggio trasferirsi in Oriente. Ricordando che le eventuali rinunce dal punto di vista del tipo di lavoro e della rapidità della carriera verranno (abbondantemente) ripagate dalla generosità degli stipendi e dalla possibilità di immergersi nell'Australian way of life.