Pedaggi autostradali: il piano per frenarli
Accorpamenti fra le società e allungamento delle concessioni: questa la formula studiata dai signori delle autostrade per evitare il rincaro delle tariffe
Nei prossimi mesi le tariffe autostradali potrebbero crescere del 20 per cento con punte in alcune tratte del 25 per cento per garantire gli investimenti programmati. E non sono a rischio solo i portafogli degli automobilisti. Se scatterà il caropedaggi sui circa 6 mila chilometri delle autostrade italiane, il traffico rischia di calare ancora, dopo la riduzione del 3 per cento registrata negli ultimi mesi, mettendo a dura prova i bilanci delle società concessionarie. Non solo, oltre al carocasello potrebbero allontanarsi nel tempo o addirittura essere cancellati nuovi progetti come la Pedemontana lombarda o il completamento della Cuneo-Asti.
Per scongiurare questi pericoli i signori delle autostrade italiane guidati dal presidente dell’Aiscat, Fabrizio Palenzona, stanno mettendo a punto un progetto ispirato alla Francia. A Parigi è stata trovata infatti la formula che consente di evitare rincari e garantire gli investimenti. Dieci anni fa la mappa autostradale francese era simile alla situazione nella Penisola: una miriade di piccole società in parte pubbliche e tutte gelose della loro autonomia. Adesso tutto è cambiato. Da una parte è stato favorito l’accorpamento delle società, che ingrandendosi sono diventate capaci di sostenere investimenti miliardari, dall’altra sono state allungate le concessioni delle autostrade, che sono pubbliche ma date in gestione a privati per un certo numero di anni. Adesso questa ricetta potrebbe scavalcare le Alpi.
Il progetto, che non interessa la società Autostrade per l’Italia (controllata dai Benetton, gode di una normativa propria), prevede l’accorpamento delle tratte autostradali intorno a grandi aree geografiche, il Nord-Ovest, la Lombardia, il Nord-Est e il Centro. Questa suddivisione servirà per calcolare di quanto devono essere allungate le concessioni allineandosi alle scadenze più lontane nel tempo. Per fare un esempio, la Autovie Venete (Venezia- Trieste) per non aumentare i pedaggi e mettere gli investimenti al riparo della crisi dovrebbe ottenere l’allungamento della concessione dalla primavera 2017 fino al 2027.