Banche e accordo sulle sofferenze, le cose da sapere
Niente bad bank ma singole società-veicolo con garanzia statale. I limiti e i punti da chiarire dell'intesa raggiunta a Bruxelles
Nessuna Bad Bank, ma tante società-veicolo in cui ciascun istituti di credito potrà conferire i propri prestiti deteriorati. E' la soluzione concordata ieri a Buxelles dal ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, per la gestione delle sofferenze delle banche italiane, cioè gli oltre 200 miliardi di euro finanziamenti difficilmente esigibili, che oggi zavorrano i loro bilanci e impediscono spesso l'erogazione di nuove linee di credito. Non si conoscono ancora bene dettagli dell'intesa raggiunta da Padoan con Margrethe Vestager, commissario Ue alla concorrenza. E proprio dai dettagli, secondo molti osservatori, dipenderà il buon esito di questa operazione. Tuttavia, l'impianto dell'accordo è già comunque noto, seppur a grandi linee Ecco, di seguito, una panoramica su cosa prevede e sui punti ancora da chiarire.
Niente Bad Bank
Innanzitutto, l'accordo raggiunto a Bruxelles si caratterizza per un aspetto importante: non vi sarà (come sembrava inizialmente) la nascita di una bad bank, cioè di un nuovo istituto di credito creato ad hoc per raccogliere tutti i prestiti in sofferenza del sistema bancario italiano. Piuttosto, ogni banca potrà costituire una società-veicolo (Special Purpose Vehicle) per conferirvi i prestiti ormai inesigibili e toglierli così dal bilancio.
Le cartolarizzazioni
Dopo essere confluiti in società-veicolo, i prestiti in sofferenza verranno cartolarizzati, cioè trasformati in titoli acquistabili sul mercato dagli investitori, come una qualsiasi obbligazione che ha alla base un credito sottostante.
La garanzia statale
Questi titoli frutto di cartolarizzazioni saranno (parzialmente) garantiti dallo Stato. Non è ancora ben chiaro come funzionerà tale garanzia ma probabilmente riguarderà soltanto alcune tranche privilegiate, cioè dei titoli cartolarizzati che hanno un rating alto, superiore all'investment grade (triplaB).
Commissioni allo Stato
Per ottenere la “copertura statale”, le banche dovranno pagare al Tesoro una commissione periodica, calcolata in percentuale sull'ammontare del prestito garantito. Anche su questo meccanismo, i dettagli sono ancora da definire.
Questioni di prezzo
Inoltre, sembra quasi certo che l'ammontare della garanzia pubblica sui titoli cartolarizzati verrà determinata ai prezzi di mercato, prendendo come riferimento le quotazioni dei cds (credit default swap), cioè i contratti derivati che assicurano contro l'eventualità di insolvenza di un debitore. Il parametro per calcolare fino a quanto coprirà la garanzia dello stato, dunque, sarà il prezzo dei cds relativi a crediti che hanno lo stesso grado di rischio dei prestiti cartolarizzati.
I punti da chiarire
Sono ancora molte le questioni da chiarire riguardo al nuovo meccanismo di gestione delle sofferenze, concordato dal governo italiano con Bruxelles. Innanzitutto, se la garanzia statale è limitata soltanto ad alcune tranche di titoli con rating più alto, c'è il rischio che non sia pienamente efficace per la gestione della montagna di prestiti deteriorati che affliggono le banche. Inoltre, resta da chiarire a quale prezzo gli stessi prestiti deteriorati dovranno essere conferiti dalle banche stesse nelle nuove società-veicolo. Se venissero “svenduti” per pochi soldi, nei bilanci dei molti istituti si aprirebbero infatti grossi buchi.