La Bce tagli i tassi di interesse ma il difficile viene ora
L'inflazione infatti sembra stabile e dagli Stati Uniti per il momento non arrivano segnali di riduzione dal parte della Fed. Si resta quindi in un clima di attesa
Come largamente atteso la Banca centrale europea ha tagliato i tassi per la prima volta dal 2019, abbassando il tasso di deposito di 25 punti base al 3,75%. Si tratta di una mossa importante, portata avanti da Francoforte in autonomia rispetto alla Federal Reserve che la prossima settimana non dovrebbe ridurre i saggi americani. “Abbiamo deciso di tagliare i tassi di interesse perché la nostra fiducia nel percorso dell'inflazione è cresciuta negli ultimi mesi" ha affermato la presidente della Bce Christine Lagarde durante la conferenza stampa che ha seguito la riunione del Consiglio direttivo. Lagarde ha spiegato che ci sono state due fasi negli ultimi anni di decisioni monetarie: la prima è stata una stretta molto rapida e robusta, di 450 punti tra luglio 2022 e settembre 2023. Poi c'è stata una fase di pausa da settembre 2023 a oggi. "Se guardiamo indietro alle due fasi, in ogni momento in cui abbiamo deciso di muoverci in una direzione, abbiamo dimezzato l'inflazione", ha detto.
Adesso, però, arriva la fase più importante. I mercati, infatti, scommettono su nuovi tagli, ma il percorso è irto di insidie visto che l’inflazione fatica a scendere e a tornare verso l’obiettivo del 2%. "Abbiamo preso la decisione odierna sulla fiducia che siamo sul percorso giusto, ma ci serviranno più dati nei prossimi mesi - e analisi di questi dati - per confermare che siamo su un percorso disinflazionistico. Sappiamo qual è la destinazione, la direzione, i volumi di dati che accumuleremo, ma non posso confermare che il processo di inversione sia in atto. Sarà un percorso dipendente dai dati e quello che è molto incerto è la velocità e il tempo che ci vorrà, che saranno determinati dai dati".
Dopo il taglio dei tassi di ieri da parte della Banca centrale del Canada (di 25 punti base dal 5 al 4,75%), Lagarde prevede che altri banchieri centrali dell'area euro forniranno senza dubbio una prospettiva su tempi e velocità per i tagli dei tassi, ma ha cercato di anticiparli sottolineando che ci saranno sempre ostacoli sulla strada. "Sarà un percorso accidentato, ne siamo consapevoli- ha sottolineato - I prossimi mesi saranno molto accidentati".
Ora l’attenzione del mercato si sposta verso gli Stati Uniti. La Fed ha mantenuto i tassi nella fascia compresa tra il 5,25% e il 5,5% dal luglio 2023 e sembra improbabile che li modificherà durante la riunione del 12 giugno, mentre l'economia più grande del mondo rimane forte e l'inflazione resta al di sopra dell'obiettivo. Una recente lettura dell'inflazione di base potrebbe far propendere i responsabili della Fed per un taglio a settembre, ma si prevede che dopo tale data rimarranno cauti. I trader, che a gennaio si aspettavano 150 punti base di tagli della Fed quest'anno, ora si aspettano circa 44 punti base.