Benzina e bollette, la coperta (corta) degli aiuti alle famiglie
Il piano è tornato a costare come prima dell'intervento del Governo Draghi ma questo esecutivo ha comunque messo 21 miliardi in aiuti e sostegni a famiglie e imprese. Soldi che in qualche modo devono rientrare
Lo stop allo sconto sulle accise dei carburanti ha portato di nuovo i prezzi alla pompa pericolosamente intorno ai due euro al litro. Fino a quando gli sconti statali erano in vigore i prezzi non superavano gli 1,7 euro per la benzina e gli 1,8 per il gasolio, ma la situazione è di nuovo degenerata senza apparente motivo, visto che il prezzo al barile non arriva a 80 dollari, ben più basso degli oltre 100 biglietti verdi dell’aprile 2022. Oggi, invece, la benzina verde self-service viaggia intorno agli 1,8 euro (con il diesel intorno a 1,9), con valori intorno agli 1,95 euro al litro per la verde servita e gli oltre due euro per il gasolio.
Detto in parole povere, i valori sono tornati a quelli precedenti al 21 marzo 2021, quando l’allora governo Draghi iniziò con gli sconti. Calcolatore alla mano, la decurtazione sulle accise valeva 18,3 centesimi al litro su benzina e diesel e di 3,4 centesimi al litro sul Gpl. Assoutenti aveva già fatto i conti in tasca agli automobilisti: rispetto al prezzo medio del mese di dicembre un pieno costa in modalità self 6,9 euro in più, ossia un aumento di 166 euro in dodici mesi. Stessa sorte per il gasolio: rispetto al prezzo medio di dicembre, il pieno costa 7,15 euro in più, ovvero 172 euro annui. Ma in generale, se si considera lo stop al taglio delle accise da 30,5 centesimi, la maggiore spesa annua, indipendente dal futuro andamento dei listini dei carburanti, si raggiungono i 366 euro annui.
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha detto a Zapping su Radio Uno Rai: “La valutazione sulla scelta di abolire le accise significa passare alla tassazione da un’altra parte. Quando è stato previsto il primo intervento sulle accise, ero viceministro allo Sviluppo Economico, lo abbiamo fatto perché ci rendevamo conto che sfondavamo i 2 euro. Oggi è stata fatta una scelta, una valutazione con un ragionamento sulle priorità: abbiamo fatto un intervento da 21 miliardi che riguarda il sistema delle bollette e si è ridotto progressivamente l’intervento sulle accise fino ad azzerarle, perché il prezzo rimane fisiologicamente qualcosa di sopportabile. Poi se sia giusto è difficile dirlo… Da qualche parte bisogna trovare anche il modo di riequilibrare”, lo sappiamo.
Se non altro, il conto dell’’elettricità è destinato a scendere a breve. Secondo Nomisma, la bolletta elettrica crollerà del 19,5% nel primo trimestre, mentre per il gas ci sarà da attendere ancora un po’. Nel primo trimestre 2023 la bolletta della luce crollerà con una diminuzione del 19,5% e lo stesso a breve potrebbe avvenire anche per il gas. Ma servirà tempo, visto che al momento l’Arera ha dichiarato bollette in aumento del 23,3%. Certo, per il gas molto dipenderà dal meteo. Se le temperature continueranno ad essere miti potremmo andare verso un crollo dei prezzi, se arriverà il freddo pungente, le scorte potrebbe finire e i prezzi potrebbero tornare a salire.