Biocarburante, a Bruxelles. Germania accontentata. Italia non ancora
La partita si fa sempre più in salita a Bruxelles per l’Italia sulla questione dei biocarburanti
Nel weekend la Germania ha ottenuto il via libera sull’uso degli e-fuels, ma sulla richiesta italiana di deroga anche per i biocarburanti il no è secco. «Il regolamento Ue sullo stop ai motori benzina e diesel a partire dal 2035 non sarà riaperto. Domani alla riunione dei ministri dell’Energia in programma a Bruxelles la normativa green sulle auto dovrebbe incassare il via libera, con Berlino che a questo punto (forte del si agli e-fuels) voterà Sì. L’Italia e i pochi paesi schierati con Roma, si troveranno all’opposizione, ma non in blocco abbastanza numeroso e forte da poter fermare il tutto. C’è una robusta quota di paesi che non volevano né e-fuels né biocarburanti. Il compromesso sui carburanti sintetici è stato probabilmente accettato per il peso della Germania e perché l’uso di e-fuel riguarda e riguarderà una piccola nicchia del settore», spiega Andrea Malan di Automotive News Europe.
Lo scorso ottobre l’Unione Europea ha presentato la proposta: vietare la vendita di tutte le nuove auto a motore a combustione a partire dal 2035. La linea green europea è stata subito contestata da diversi Paesi, soprattutto da quelli produttori di auto che quindi hanno difeso la propria industria. La Germania, che in cambio del voto favorevole ha chiesto subito la deroga per le auto che bruciano e-fuel e l’Italia per quelle che bruciano biocarburanti. Lo stallo fino al weekend quando Berlino ha incassato l’assenso a dare spazio nel regolamento ai carburanti sintetici.
I biocarburanti sono combustibili che derivano dalla trasformazione di sostanze organiche di origine vegetale o animale (mais, soia, colza, girasole, oli vegetali di origine industriale, scarti della lavorazione del legno o concimi di origine animale). Gli e-fuels invece sono di origine sintetica: formati da idrogeno con aggiunta di anidride carbonica. Per essere puliti devono essere prodotti utilizzando energia rinnovabile e carbonio catturato dall’aria. I Biocarburanti hanno sicuramente il problema della competizione con la produzione alimentare. Gli studi dicono che la loro produzione ha emissioni di gas serra più basse di quella dei combustibili fossili solo se non sostituiscono altre coltivazioni e comunque non si raggiungerebbe la riduzione di gas serra richiesta dalla direttiva europea.
C’è poi la questione acqua: ne servono ingenti quantità e in un momento di crisi idrica, anche questo aspetto è tenuto in considerazione. «I combustibili sintetici hanno altri vari problemi. Sono energeticamente inefficienti, sono ancora in fase embrionale (Porche ha un impianto a livello sperimentale), con volumi bassi, mentre i biocarburantisi usano già da tempo. E i costi? Si prevede di arrivare a 2 euro al litro. Il triplo di quanto costa alivello industriale il carburante oggi» continua Malan.
Al momento e-fuel è prodotto solo dalla Germania (gruppo tedesco P2X Europe ad Amburgo) e inIslanda. Ci sono progetti in partenza, ma ancora sulla carta, in Spagna, Norvegia, Danimarca e Svezia. Mentre i biocarburanti sono prodotti da diversi Paesi Europei: Germania, Francia, Olanda, Spagna, Italia…per citare i primi cinque in ordine di produttività. Nel Nostro Paese il biocarburante più usato è il biodiesel. Eni (secondo produttore europeo) nelle bioraffinerie di Marghera (Venezia) e Gela (Caltanissetta) produce 1,1 milioni di tonnellate l’anno e si prevede di arrivare a 3 milioni nel 2025 e 5 milioni nel 2030. «I biocarburanti sono prodotti in realtà in tutta Europa, e secondo dati recenti l’Italia è il quinto produttore per volumi. Apparentemente non c’è un motivo economico dietro la campagna che Roma sta conducendo», spiega Malan La battaglia per i combustibili sintetici per i tedeschi vuol dire salvare le auto di lusso e sportive, in primo luogo la Porche che infatti è quella che ci sta lavorando. E ci sono anche motivi politici, soprattutto per il partito liberale tedesco, vicino al mondo dell’auto.
Il via libera alla richiesta della Germania agli e-fuels tiene conto del peso di Berlino in Europa, ma anche dell’impatto dei carburanti sintetici. È un tipo di carburante di nicchia, non pensato per un uso di massa. Le aziende tedesche stanno puntando infatti sull’elettrico. Le previsioni parlano di un 2% della flotta automobilistica in Europa che potrà andare a e-flue nel 2035. Ci sono settori dove invece potrà essere più usato: come quello degli aerei.