Bonus Auto, difficoltà e tempi di consegna lo rendono quasi impossibile
Il tempo medio di consegna di una nuova vettura è di circa cinque mesi, ma per le top gamma si supera l’anno, ben lontano dal limite dei 180 giorni per ottenere gli incentivi
Incentivi auto al via tra mille dubbi ed il rischio che di fatto sia un aiuto inutilizzabile. Il 16 maggio è entrato in vigore il decreto legge a supporto della riconversione ecologica dell’industria automobilistica in vista dello stop alla vendita delle auto termiche previsto, salvo rinvii, nel 2035.
A questo scopo Governo ha messo a disposizione 700 milioni di euro per il 2022 e 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030. Gran parte di tale fondo servirà per finanziare, appunto, gli incentivi auto che prevedono sconti fino a 5.000 euro per l’acquisto di una nuova vettura a seconda del livello inquinante e delle caratteristiche del veicolo.
Già da mesi i concessionari accettano prenotazioni di auto nuove da comprare con l’incentivo statale e si attende solo il click day (che sarà il 25 maggio) durante il quale il Mise metterà a disposizione un portale nel quale i rivenditori potranno inserire tutte le prenotazioni già in attesa più quelle che arriveranno nei prossimi mesi (fino a esaurimento fondi)
Ci sono però regole e condizioni da rispettare per poter godere dello sconto sull’acquisto pena la perdita dell’incentivo stesso e secondo Unrae - Unione Nazionale Rappresentanti dei veicoli esteri – i ritardi nella pubblicazione della norma uniti al limite di tetto per l’acquisto rappresentano seri problema che rischiano di vanificare l’intero impianto.
Pesa sull’efficacia di questi incentivi in primo luogo la consistente riduzione dei tetti ai prezzi di listino delle auto elettriche che possono beneficiare degli incentivi (il cosiddetto price cap), da 50.000 euro della prima tornata a 35.000 euro. “Una scelta opinabile”, dice UNRAE, “non omogenea rispetto alle altre fasce di emissione, che tra l’altro non apporta alcun vantaggio complessivo al mercato. L’unico effetto appare quello di orientare la domanda sull’acquisto di alcuni brand specifici con un’inevitabile distorsione della concorrenza. Vengono infatti penalizzati molti player del mercato, in particolare quelli esteri, e viene ridotta la possibilità di scelta da parte dei consumatori”. Una decisione che potrebbe paradossalmente giocare a sfavore della filiera italiana, che fornisce alle case estere molte componenti per le auto elettriche.
Altro nodo chiave è quello che ruota intorno ai tempi di immatricolazione obbligatoria del veicolo dalla firma della richiesta di contributo stabilita nell’atto di compravendita dell’auto nuova.
Il nuovo DPCM prevede – tra le altre cose - che, per aver diritto all’eco-incentivo, la nuova macchina deve essere immatricolata entro 180 giorni e non 360 come come proposto dal settore auto. Ciò significa che chi compra un'auto nuova e vuole godere dell'incentivo all'acquisto dovrà sperare che l'auto ordinata e inserita dal venditore nel portale del Mise delle prenotazioni arrivi in tempo per essere targata entro i circa 6 mesi previsti.
Sempre secondo Unrae questo limite temporale non tiene conto della crisi dei chip e della difficoltà a reperire i semiconduttori soprattutto della auto elettriche data la situazione in Ucraina, la crisi dei trasporti e gli strascichi di lockdown e pandemia. Pertanto tale obbligo potrebbe compromettere l’effettiva erogazione d’incentivi visto che la maggior parte delle aziende non sono in grado di rispettare tali tempi.
Molte case automobilistiche, infatti, superano di gran lunga la soglia dei 180 giorni per la consegna di un’uto nuova con attese che vanno dai 6 mesi a oltre 1 anno
A stare ai numeri delle tempistiche ufficiali comunicate dalle case automobilistiche il brand più virtuoso è Lancia che con la Y prevede un’attesa di un paio di mesi per arrivare all’oltre 1 anno del una Mercedes nuova di zecca.
Tra i marchi più noti il sito ufficiale di Audi stima i tempi di consegna tra i 130 e i 160 giorni mentre per una BMW X3 e Serie 3 l’attesa super i sei mesi.
Anche per le Fiat i tempi di consegna sono piuttosto lunghi e superano i 4 mesi. Unica eccezione è la Panda, ammesso che la si compri senza autoradio. In questo caso la consegna è velocissima. Quattro mesi sono anche la cifra media d’attesa di una Opel, così come per una Peugeut e una Skoda.
Più rapide Volkswagen e Toyota che mediamente consegnano in tre mesi.
Per una Ford Focus o una Ford Fiesta, invece, ci vogliono 5 mesi, come per una Hunday Tucson. Più rapida per i SUV compatti Jeep che richiedono solo tre mesi d’attesa.
Ci vogliono 6 mesi per una top di gamma Mazda.
Più si sale di top di gamma più la consegna è rallentata per arrivare ai numeri di Mercedes con la Classe A che prevede un’attesa di “soli” 240 giorni per arrivare ai 470 per una GLA EQ Power o un GLE Coupé E lo stesso vale per l’ammiraglia elettrica EQS, anch’essa con tempi di attesa di oltre un anno.
Secondo gli addetti ai lavori per evitare di rimanere senza incentivi si sarebbero dovute vagliare due possibilità. La prima era quella di firmare in anticipo un contratto d'acquisto, - ancor prima dell'entrata in vigore degli incentivi 2022 – per far sì che il venditore potesse procedere all'immediata prenotazione all'apertura della piattaforma online con la clausola di poter annullare lo stesso contratto per sottoscriverne uno nuovo in caso di ritardi di consegna e immatricolazione.
La seconda potrebbe essere quella di comprare un’auto di stock in pronta consegna. In questi casi, però, bisogna stare attenti perché spesso le vetture in pronta consegna – proprio per il fatto che sono poche e ricercatissime – costano di più rispetto al normale prezzo di listino e questo sovrapprezzo potrebbe arrivare a vanificare l’eco-incentivo stesso.