Bonus Irpef: dieci cose da sapere
Come funziona lo sconto fiscale del governo Renzi, in arrivo sulle buste paga di maggio
Per molti lavoratori dipendenti sta per arrivare il Bonus Irpef, cioè lo sconto sulle tasse del governo Renzi che farà crescere le buste paga. L'Agenzia delle Entrate ha appena emanato una circolare che spiega nel dettaglio come funzioneranno gli aumenti. Ecco, di seguito, le cose più importanti da sapere.
BONUS IRPEF: COSA PREVEDE IL DECRETO
COME FUNZIONA IL BONUS
Sulle buste paga di 10 milioni di lavoratori, da qui a fine anno, verrà riconosciuto un bonus fiscale fino a 640 euro, che corrisponde a una media di circa 80 euro al mese. L'aumento verrà liquidato direttamente sullo stipendio dal datore di lavoro, dopo aver verificato se il dipendente possiede i requisiti per riceverlo.
CHI NE HA DIRITTO
Per avere l'incremento della busta paga, bisogna percepire un reddito annuo da lavoro dipendente o assimilato (per esempio un compenso da collaborazione coordinata e continuativa o a progetto) superiore a 8.145,32 euro e inferiore a 26mila euro annui lordi, cioè compreso tra circa 630 e 1.540 euro netti al mese (tenendo conto anche della tredicesima).
GLI INCAPIENTI ESCLUSI
Sono esclusi dal bonus quasi tutti i lavoratori incapienti, cioè quelli che guadagnano meno di 8.145 euro circa e che, già oggi, non devono pagare l'irpef perché beneficiano in pieno della detrazione da lavoro dipendente (pari a 1.880 euro).
E GLI INCAPIENTI INCLUSI
Tra tutti i lavoratori incapienti, ve ne sono però alcuni che beneficeranno comunque del bonus. Si tratta di quei soggetti che non pagano l'irpef perché usufruiscono di altre detrazioni, diverse da quelle da lavoro dipendente. E' il caso, per esempio, di chi riceve degli sconti fiscali per le spese sanitarie o per il coniuge e i figli a carico.
IL TETTO DEI 26MILA EURO
Lo sconto fiscale di 640 euro annui viene riconosciuto in pieno a chi guadagna fino a 24mila euro lordi annui, cioè poco più di 1.430 euro netti al mese (spalmati su 13 mensilità). Una volta superata questa soglia, il bonus si abbassa progressivamente, fino ad azzerarsi quando vengono raggiunti i 26mila euro di reddito.
IL BONUS RIDOTTO
A chi si trova nella fascia di reddito tra 24mila e 26mila euro lordi (cioè tra poco più di 1.430 e circa 1.540 euro netti al mese) lo sconto fiscale verrà riconosciuto in misura ridotta. La quota del bonus sarà pari alla differenza tra la soglia massima di 26mila euro e il reddito dichiarato, divisa poi per 2mila. Ecco un esempio di calcolo per chi dichiara 25mila euro di imponibile annuo: (26.000-25.000)/2.000=1/2. In questo caso, dunque, il contribuente avrà diritto alla metà del bonus di 640 euro, cioè a uno sconto fiscale di 320 euro da qui a fine anno, corrispondente a circa 40 euro mensili.
QUANDO ARRIVA L'AUMENTO
I datori di lavoro pagheranno il Bonus Irpef ai dipendenti a partire dallo stipendio di maggio. Chi non riuscirà a versare la somma spettante nel mese prossimo, dovrà farlo a partire dalla mensilità di giugno. In questo caso, il lavoratore avrà comunque diritto a percepire entro dicembre tutto il bonus di 640 euro.
CHI HA PERSO IL LAVORO
Chi è rimasto disoccupato dopo l'inizio dell'anno, ha diritto a percepire il bonus in proporzione ai mesi effettivamente lavorati nel 2014. Esempio: chi ha avuto un occupazione fino al 30 aprile, avrà diritto a circa un terzo del bonus di 640 euro, poiché risulta essere stato occupato per 4 mesi su 12. Visto che il lavoratore non ha più un sostituto d'imposta, cioè un'azienda che trattiene l'irpef sulla busta paga, potrà tuttavia avere il bonus soltanto nel 2015, quando presenterà la dichiarazione dei redditi relativa al 2014.
COLF E BADANTI
Anche i collaboratori domestici e le badanti hanno diritto al bonus irpef ma, al pari dei disoccupati, non possono percepirlo nella busta paga, poiché il loro datore di lavoro non è un sostituto di imposta. Anche in questo caso, dunque, lo sconto fiscale verrà erogato nel 2015, quando è prevista la dichiarazione dei redditi relativa al 2014.
OBBLIGO DI RESTITUZIONE
Chi percepisce il Bonus Irpef pur non avendone diritto, deve darne comunicazione al datore di lavoro, che provvede poi a recuperare dalla busta paga le somme liquidate indebitamente. E' il caso, per esempio, di un dipendente che ha un reddito da lavoro inferiore a 26mila euro ma che oltrepassa questa soglia grazie alla presenza di altri compensi (come un canone di affitto o la rendita catastale di una casa, diversa dall'abitazione principale).