Boom delle Borse nel 2024. Cosa succederà nel 2025?
Ansa
Economia

Boom delle Borse nel 2024. Cosa succederà nel 2025?

Nasdaq domina con +29%, Piazza Affari brilla in Europa con oltre il 12%. Settori tecnologici e finanziari trainano il rialzo globale, ma il prossimo anno rischio bolla Ai, debito pubblico e tensioni geopolitiche preoccupano

È stato uno dei migliori anni dell’ultimo decennio per le Borse mondiali. Wall Street in cima, con Nasdaq e S&P 500 di poco inferiori al 30%. Ma anche in Europa si festeggia, con Piazza Affari al terzo posto con +12,5% in dodici mesi. A trainare i listini sono stati la spinta dei settori tecnologici e finanziari e un ritorno più stabile dell’inflazione. Il 2025? Il trend rialzista dovrebbe continuare, ma ci sono anche alcuni rischi, a partire dall’incognita bolla legata all’Intelligenza artificiale.

A livello globale a parlare è l’indice MSCI ACWI che rappresenta il 99% dell'universo azionario mondiale e che ha registrato un incremento del 21,2% da inizio anno. La performance migliore è stata di nuovo quella del Nasdaq (+29%), trainata dal boom del settore tecnologico, con titoli come NVIDIA e "Magnifici 7". Anche l'S&P 500 ha chiuso con un ottimo +26,5%. In Europa guida Francoforte (+19%) seguito da Madrid (+14%). Terzo posto per Piazza Affari con +12,5%, grazie soprattutto al traino delle banche. Male invece Parigi che con la crisi politica e il debito pubblico in crescita ha chiuso il 2024 in calo del 2,5%.

Guardando a Milano l'indice FTSE MIB ha superato quota 34mila punti, con le banche protagoniste assolute: l'indice del credito è cresciuto del 55%, con titoli come Monte dei Paschi di Siena, Banco BPM e UniCredit che hanno segnato aumenti a doppia cifra. A incidere sul rally ci sono state anche le fusioni e acquisizioni. Ha brillato anche il settore assicurativo (Unipol e Generali in testa) e segno positivo per Leonardo (+73,1%), sostenuta dall'aumento delle spese per la difesa. Hanno invece sofferto le utilities e alcuni colossi come STMicroelectronics (-47,6%) e Stellantis (-41,4%). Anche Eni (-17,5%) ha sofferto, seppur parzialmente mitigata da alti dividendi.

Cosa succederà nel 2025? Le previsioni parlano di una crescita economica globale più moderata. Si stima un +0,9% per l’Eurozona e un +2% per gli Stati Uniti. E moderazione è attesa anche per quanto riguarda l’inflazione, dopo anni di boom. La politica monetaria di Bce e Fed, dunque, saranno sempre decisivi anche per il mercato azionario, settore bancario in primis. Il trend rialzista iniziato nel 2024 dovrebbe dunque continuare e si prevede un potenziamento di crescita. Il 2025 si preannuncia un altro anno cruciale per le criptovalute. Nel 2024 l’approvazione degli ETF sul Bitcoin e il superamento della soglia dei 100mila dollari. Per il nuovo anno sul tavolo c’è anche la potenziale creazione di riserve governative di Bitcoin. Molti analisti credono che si assisterà a una crescita senza precedenti del mercato delle criptovalute, soprattutto spinta dal ritorno alla Casa bianca di Trump.

Ma non mancano i rischi. La prima preoccupazione è il surriscaldamento di alcuni settori, soprattutto quello dell’intelligenza artificiale. Una crescita velocissima per il comparto con valutazioni stratosferiche basate in molti casi su proiezioni di utili futuri non sempre realistiche. L’allarme di una bolla finanziaria possibile è già stato lanciato dalla Bce. Se questa bolla dovesse scoppiare, le ripercussioni potrebbero estendersi a tutto il mercato tecnologico e penalizzare anche i listini globali.

Un secondo rischio significativo è rappresentato dalle tensioni geopolitiche. La guerra in Ucraina e Medio Oriente e i rapporti sempre più tesi tra Cina e Taiwan preoccupano anche i mercati. Escalation significa prezzi delle materie prime, in particolare del petrolio e del gas, che schizzano verso l’alto e spingono l’inflazione. E a questo si unisce la nuova presidenza americana, con politiche protezionistiche e relazioni più chiuse tra Usa e Cina, ma anche con l’Europa.

Incombe poi sui mercati il debito pubblico, che continua a crescere in molte Paesi dove le politiche fiscali restrittive, necessarie per contenere il deficit, potrebbero a loro volta rallentare la crescita economica, penalizzando i mercati azionari. E resta l’incognita delle politiche monetarie. L’attesa è di una graduale riduzione dei tassi di interesse, ma eventuali segnali di un’inflazione persistente potrebbero costringere le banche centrali a mantenere una linea più restrittiva. Questo avrebbe un impatto negativo sul 2025 dei mercati globali.

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Cristina Colli