Bussola per la Competitività: cosa prevede il piano per fare ripartire l’Europa
Ansa
Economia

Bussola per la Competitività: cosa prevede il piano per fare ripartire l’Europa

Buy European, meno burocrazia, regime fiscale unico, gigafabbriche dell’IA. La Commissione europea ha presentato la rotta. Nessun passo indietro sul Green Deal. Ursula von der Leyen : “Il Mondo non ci aspetta”

Preferenza europea ('Buy European'), gigafabbriche dell'IA, regime giuridico unico per le startup, taglio della burocrazia fino al 35% per aziende e Pmi, conferma degli obiettivi climatici al 2040 e al 2050, sulle auto “flessibilità” su multe CO2, ma conferma del target 2035 per la neutralità climatica. Competitività e semplificazione e nessun passo indietro sul Green Deal. Eccola la Bussola per la competitività che la Commissione europea ha svelato oggi. “Ora abbiamo un piano. Abbiamo la volontà politica. Ciò che conta sono la velocità e l'unità. Il mondo non ci aspetta”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen spiegando che il documento programmatico “trasforma le raccomandazioni del report Draghi in una tabella di marcia”.

Il pacchetto di misure per rilanciare l'industria europea nei prossimi cinque anni e colmare il gap con Usa e Cina, ha tre obiettivi: colmare il divario di innovazione, favorire la decarbonizzazione e la competitività delle aziende e ridurre le dipendenze dell’Unione. E “la carta migliore” per farlo secondo la presidente europea è usare le potenzialità del mercato unico. Un secondo appello all’indispensabile unità dell’Europa dunque.

Uno degli aspetti più rilevanti del piano riguarda l'introduzione del principio di "Buy European", che prevede una preferenza per aziende e tecnologie europee negli appalti pubblici. Il modello si ispira al "Buy American Act" del 1933, tuttora in vigore negli Stati Uniti. L'obiettivo è garantire che settori strategici come tecnologia, energia e infrastrutture possano beneficiare di una maggiore protezione dagli effetti della concorrenza internazionale, in particolare quella cinese. La misura rientra nella strategia che punta a rafforzare la sicurezza economica europea e ad assicurare che le imprese europee rimangano competitive.

Un altro pilastro della Bussola è la riduzione della burocrazia per le imprese. La Commissione prevede un taglio del 25% degli oneri amministrativi per le aziende e del 35% per le piccole e medie imprese. Questa misura risponde alle richieste dei principali governi europei, tra cui quello italiano, e punta a rendere il contesto normativo più snello e favorevole alla crescita economica. Per le startup vita facilitata con l’introduzione di un unico ordinamento europeo che armonizzerà le normative per il settore, eliminando la necessità di adattarsi a 27 regimi giuridici diversi. Particolare attenzione sarà dedicata alla semplificazione della rendicontazione sulla sostenibilità, della due diligence e della tassonomia ambientale. Questi strumenti, pensati per garantire la trasparenza delle imprese in materia di impatti ambientali e sociali, saranno rivisti per ridurre il carico burocratico senza compromettere gli obiettivi del Green Deal europeo. Ma per tutto questo bisognerà aspettare la proposta legislativa prevista per fine febbraio.

Niente passi indietro sugli obiettivi di decarbonizzazione già fissati: riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 e neutralità climatica al 2050. Anche qui bisogna aspettare il "Clean Industrial Deal", in arrivo il 26 febbraio, che prevedrà misure per abbassare il costo dell'energia e sostenere i settori ad alta intensità energetica come acciaio, metalli e prodotti chimici. Oggi però nessun esplicito riferimento ai biocarburanti, un tema su cui l'Italia ha investito molto.

C’è poi il capitolo innovazione, con un focus sull'intelligenza artificiale. La Commissione ha annunciato l'istituzione di "gigafabbriche dell'IA", che serviranno a stimolare lo sviluppo e l'adozione di queste tecnologie nei settori industriali chiave. Oltre all'IA, Bruxelles presenterà piani d'azione per materiali avanzati, biotecnologie, tecnologie quantistiche, robotica e spazio. Anche l’innovazione della difesa necessita di un’accelerazione. L’Unione europea rischia di restare indietro nell'innovazione della difesa, con impatti negativi sulle tecnologie a duplice uso. Per evitarlo, l'industria deve garantire capacità complete e trainare l'innovazione economica. La soluzione passa per maggiore collaborazione, domanda aggregata e appalti congiunti. Il libro bianco sulla Difesa definirà la strategia per il futuro.

Il piano è dunque ambizioso. Restano due dubbi. Il primo interrogativo è sui fondi: come saranno finanziate queste misure? Il rapporto Draghi aveva stimato la necessità di investimenti di 750-800 miliardi di euro annui entro il 2030. Il documento presentato oggi non contiene nuove cifre o impegni economici. E l’annunciato “fondo europeo per la competitività” vedrà la luce solo nel 2026. L’altro interrogativo riguarda la messa a terra della road map. Resta da capire come la Bussola si concretizzerà.

TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA

I più letti

avatar-icon

Cristina Colli