Evasione all'estero: cosa cambia con la nuova sanatoria
Matteo Bazzi/Ansa
Economia

Evasione all'estero: cosa cambia con la nuova sanatoria

Chi ha esportato legalmente i soldi potrà autodenunciarsi e pagare sanzioni ridotte (oltre alle tasse). Ecco le nuove regole volute dal governo e contenute in un emendamento alla Legge di Stabilità

Una sanatoria con sanzioni e condanne annullate o ridotte, per chi ha esportato i propri soldi all'estero illegalmente e decide di mettersi in regola. E' quella che potrebbe arrivare presto in Italia, fino alla fine del 2016, grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità deciso dal governo Letta (anche se l'esecutivo sta ancora valutando la possibilità di inserire la sanatoria in un altro provvedimento).

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Ecco, in sintesi, cosa cambierà con queste nuove regole che interessano circa 150-200 miliardi di euro di capitali usciti irregolarmente dai confini italiani.

L'AUTODENUNCIA

Chi ha esportato i capitali all'estero e vuole beneficiare della sanatoria deve fare una sorta di autodenuncia (voluntary disclosure), indicando tutte le attività finanziarie detenute all'estero, anche tramite terze persone. Non sarà possibile svolgere questa procedura se si è già destinatari o si è a conoscenza di un'ispezione o di un accertamento da parte dell'Agenzia delle Entrate.

SANZIONI RIDOTTE

Chi effettua la voluntary disclosure deve pagare tutte le tasse dovute e non versate ma beneficia di una riduzione delle sanzioni previste dalla legge. In particolare, se i capitali risultano esportati in uno stato che incluso nella white list del fisco (cioè in un paese che ha stipulato accordi con l'Italia per lo scambio di informazioni fiscali), la sanzione verrà ridotta alla metà. Se invece il paese di destinazione dei soldi è incluso nella black list dell'amministrazione finanziaria (cioè non autorizza lo scambio di informazioni come la Svizzera), allora le ammende vengono ridotte di un quarto.

CONDANNE ANNULLATE (O QUASI)

Se vi è stata soltanto una  una omessa o infedele dichiarazione, chi compie l'autodenuncia non rischia alcuna condanna penale per reati tributari (oggi puniti con la reclusione da 1 a 3 anni) . Per i comportamenti più gravi, come la dichiarazione fraudolenta, le false fatturazioni o gli artifici contabili, la pena è diminuita fino alla metà, cioè da un minimo di 9 mesi a un massimo di 3 anni (mentre oggi varia da 18 mesi fino a 6 anni).

I TEMPI PER METTERSI IN REGOLA

Per regolarizzare interamente la propria posizione, dall'autodenuncia al versamento delle tasse dovute, c'è tempo fino al 31 dicembre 2016. Le risorse che verranno raccolte grazie al rientro dei capitali e saranno destinate probabilmente a un fondo, che finanzierà i tagli al cuneo fiscale.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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