Chi è Mario Nava, nuovo presidente della Consob
Bocconiano ed europeista, vuole intensificare le attività di prevenzione degli scandali finanziari
La sua nomina è stata annunciata quasi quattro mesi fa ma ora per Mario Nava, classe 1966, milanese, bocconiano ed ex alto funzionario dell’Unione Europea, è giunto il momento di passare all’azione. Da lunedì 16 aprile, infatti, Nava si insedia ufficialmente alla presidenza della Consob, dove il governo Gentiloniha deciso di piazzarlo già prima del Natale scorso.
Vent'anni in Europa
Per Nava, il nuovo incarico alla guida dell’authority di vigilanza sui mercati finanziari rappresenta un ritorno in patria in seguito a una lunga carriera professionale e accademica a livello internazionale. Dopo la laurea in economia alla Bocconi, Nava ha conseguito infatti un master all’Università di Lovanio, in Belgio, e un dottorato alla London School of Economics a Londra.
Poi, il suo percorso professionale si è svolto in gran parte dentro le istituzioni europee, dove ha lavorato per vent’anni, collaborando con Mario Monti (quando era commissario Ue) e con diversi presidenti delle Commissioni di Bruxelles, tra cui Romano Prodi. All’interno degli organismi comunitari, Nava ha ricoperto diversi incarichi: prima ha guidato l’Infrastruttura dei Mercati Finanziari dal 2004 al 2009, poi l'unità Banche e Conglomerati Finanziari e infine è stato direttore del Monitoraggio del sistema finanziario e della gestione delle crisi.
Prevenire gli scandali
Con un tale curriculum vitae alle spalle, il neo presidente della Consob non poteva non dichiararsi un europeista convinto, tanto che uno dei suoi intenti dichiarati, durante le prime esternazioni pubbliche dopo la nomina, è proprio quello di dare all’authority un maggior respiro internazionale.
Ma gli obiettivi più ambiziosi dichiarati da Nava sono in particolare due. Il primo è aumentare la collaborazione tra la Consob e altri organismi di vigilanza come la Banca d’Italia e l’Ivass (l’authority che controlla le compagnie assicurative).
Il secondo obiettivo, ancor più ambizioso, è intensificare le attività di prevenzione degli scandali finanziari, affinché l’authority non intervenga (come troppo spesso è accaduto) soltanto ex-post, cioè a “chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”. Si tratta indubbiamente di una missione non facile da compiere ma che Nava ha accettato di buon grado. Ora, per lui, è venuto il momento di mettersi al lavoro.
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