Cina, ecco tutti gli accordi siglati da Tria
Firmata a Pechino l’intesa per far entrare lo yuan nelle riserve di Bankitalia. Via libera poi a una serie collaborazioni commerciali
Sembra effettivamente star dando i frutti sperati, in termini di accordi economici siglati, il viaggio che il nostro ministro dell’Economia Giovanni Tria sta effettuando in Cina. Ancor prima che la visita sia infatti ufficialmente terminata, se ne può già trarre un bilancio quanto mai positivo.
Numerose, come accennato, sono state le intese commerciali e finanziarie firmate, tanto che il ministro Tria ha già parlato apertamente di una missione coronata da successo. Ma vediamo nel dettaglio quali sono finora i principali accordi di collaborazione raggiunti con il governo di Pechino.
Yuan nelle riserve di Bankitalia
Da un punto di vista strettamente finanziario, uno dei primi, e più significativi risultati ottenuti dal viaggio del ministro Tria in Cina, riguarda l’inserimento del renmimbi, ovvero lo yuan, la moneta ufficiale cinese, nel portafoglio delle riserve della Banca d’Italia.
L’accordo, annunciato dal vice direttore generale di Palazzo Koch Fabio Panetta, che sta accompagnando Tria nella sua missione a Pechino, prevede appunto investimenti del portafoglio in renminbi che riguarderanno principalmente titoli di Stato cinesi.
La mossa del nostro governo viene letta come un aiuto da parte dell’Italia all'internazionalizzazione dello yuan, tema su cui le stesse autorità cinesi hanno d’altro canto confermato il proprio l'impegno, insieme all'apertura dei mercati finanziari, che dovranno risultare sempre più integrati con l'esterno.
Le vie del mare
Altri colloqui con esponenti del governo cinese, hanno poi riguardato le vie del mare. In questo senso, Tria ha precisato che si è trattato solo di discussioni di carattere generale. Ma di certo l’attenzione si è focalizzata sulla cosiddetta Nuova via della seta, un'iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell'Eurasia.
Essa comprende le direttrici terrestri della "zona economica della via della seta" e soprattutto, per quel che ci riguarda direttamente come Italia, la "via della seta marittima del XXI secolo", conosciuta anche come "Iniziativa della zona e della via" (Belt and Road Initiative), i cui terminali sulle dorsali tirrenica e adriatica, dovrebbero essere proprio i nostri porti di Genova e Trieste.
Altri accordi
Altre intese sono state poi definite e firmate. Innanzitutto la Cassa depositi e prestiti e Bank of China hanno siglato un accordo preliminare di collaborazione su export e internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina.
Fincantieri e il colosso China State Shipbuilding Corporation hanno invece firmato un memorandum per ampliare la cooperazione industriale già esistente a tutto il comparto delle costruzioni navali mercantili.
Snam, infine, ha sottoscritto con State Grid International Development, controllata al 100% dalla più grande utility mondiale, la State Grid Corporation of China, un protocollo d’intesa per valutare possibili opportunità di collaborazione in Cina e a livello internazionale, in particolare sugli usi delle nuove tecnologie per ridurre le emissioni di anidride carbonica.