La trappola di Tucidide ed i Wolf Warriors
Economia

La trappola di Tucidide ed i Wolf Warriors

I rapporti tra Cine a Stati Uniti sono sempre più tesi soprattutto a livello economico-commerciale e che di solito portano ad una guerra (che per fortuna nessuno vuole)

Gli investimenti diretti esteri in Cina sono ai minimi dal 1993: da 334 miliardi nel 2021 sono crollati a 33 miliardi nel 2023. Così qualche giorno fa, durante la visita in Cina di un gruppo di amministratori delegati statunitensi, ricevuti nella Grande Sala del Popolo di Pechino, Xi Jinping ha preferito abbandonare le vesti da Wolf Warrior per indossare quelle, più utili alla situazione contingente, di affabulatore, per spiegare ai suoi ospiti come la "trappola di Tucidide" non sia inevitabile. In effetti, la teoria, secondo cui quando una grande potenza minaccia di spodestarne un'altra, il risultato è quasi sempre la guerra, pare in questo periodo sempre più sul punto di avverarsi.

A dare la misura del futuro distopico che ci attende sono i veicoli elettrici. I conducenti di Tesla in Cina stanno affrontando restrizioni all'ingresso di un numero sempre maggiore di aree governative: non possono entrare nell’area delle Grand Halls nel cuore del quartiere North Bund di Shanghai, anche se sono solo di passaggio, a causa di ipotetici rischi per la sicurezza nazionale cinese. In alcune città, come Chengdu o Chongqing, che ospitano eventi sportivi, sono state inasprite le restrizioni ai veicoli elettrici statunitensi. Nelle province di Jiangsu, Zhejiang e Hubei molti guidatori affermano che alle loro Tesla è vietato l'ingresso in determinate aree, adducendo ipotetici rischi per la sicurezza.

Nel contempo, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, teorizza che i veicoli elettrici cinesi potrebbero essere utilizzati come spie: "Immaginate un mondo in cui ci sono milioni di automobili, auto cinesi sulle strade degli Stati Uniti, che raccolgono questi dati ogni minuto di ogni giorno su milioni di americani e li inviano a Pechino". Più in generale la “sinofobia” statunitense sta raggiungendo livelli che non si vedevano dai tempi del senatore McCarthy e del Comitato per le attività antiamericane della Camera quando, con il pretesto di proteggere gli americani dallo spionaggio sovietico, vennero compiuti abusi nei confronti di ipotetici simpatizzanti comunisti. Il concreto rischio è di provocare quello proprio quello che si vuole scoraggiare: l'aggressione cinese contro Taiwan.

La Cina, dal canto suo, sta perseguendo una vera e propria crociata a favore dello spionaggio: il Partito Comunista che ha invitato tutti i cittadini a diventare spie per il partito. Nella “Legge sulla custodia dei segreti di Stato”, promulgata qualche settimana fa, si legge come lo Stato debba rafforzare l'educazione alla segretezza ed includerla nel sistema nazionale di educazione dei cittadini e nel sistema di educazione e formazione dei funzionari pubblici. Viene ritenuto necessario incoraggiare i media a condurre una campagna, rivolta al grande pubblico, dove si promuove e si educa alla segretezza.

Il risultato, come segnalato dallo statunitense National Counterintelligence and Security Center (NCSC), è che se la Cina considera il flusso di dati in uscita come un rischio per la sicurezza nazionale, questa legge fornisce al governo cinese una base giuridica ampliata per l'accesso ed il controllo dei dati detenuti dalle aziende statunitensi in Cina. Inoltre potrebbe costringere i cittadini cinesi, impiegati localmente dalle aziende statunitensi, a collaborare agli sforzi dell'intelligence cinese.

La paranoia del Ministero della Sicurezza di Stato (MSS), la versione cinese del KGB, sta rendendo il paese un luogo pericoloso per le visite di lavoro di dirigenti ed addetti alla ricerca e sviluppo. I solerti agenti della principale agenzia di intelligence cinese sono alla ricerca di spie straniere, forze straniere ostili e, naturalmente di dissidenti del regime. Agenti che cercano di contrastare le organizzazioni straniere che avrebbero messo gli occhi sulle rare risorse strategiche del Paese: a cominciare dalle terre rare.

E così è apparso sull’account ufficiale di WeChat dell’MSS un fumetto dal titolo “The Secret Special Investigation Division” la cui trama narra come due agenti stranieri sotto copertura siano stati inviati nell'immaginaria area mineraria di Xishan come escursionisti smarriti per raccogliere informazioni su alcuni minerali divenuti rare risorse strategiche. Un tentativo di sfruttare, ed alimentare, le spinte nazionalistiche che pervadono il Paese per unirsi agli sforzi anti-spionaggio della seconda economia più grande del mondo.

Il media statale Global Times presenta il fumetto sul suo account X come un adattamento di "casi reali di operazioni di controspionaggio".

La prolungata recessione immobiliare della Cina sta erodendo i bilanci delle sue più grandi banche statali mentre si accumulano i crediti inesigibili e questo probabilmente basta a spiegare i toni, di segno completamente opposto, con cui Xi Jinping si è rivolto ai suoi ospiti, tra i quali c’erano Schwarzman di Blackstone e Amon di Qualcomm, per spiegare come Pechino stia pianificando ulteriori riforme globali che dovrebbero di rendere il Paese un ambiente imprenditoriale caratterizzato da libero mercato, stato di diritto e internazionalizzazione, in grado di fornire opportunità di sviluppo più ampie per le imprese di molti paesi, comprese quelle degli Stati Uniti.

Tra le riforme, si ipotizza, potrebbe esserci la concessione di viaggi in Cina senza visto ai cittadini statunitensi: una mossa per cercare di spezzare il monopolio delle informazioni sulla Cina da parte delle élite al potere negli USA, le cui ansie nei confronti della Cina sono bipartisan, e consentire all’americano medio di formarsi un’idea propria sull’Impero di Mezzo. Secondo la visione di Pechino le persone di tutti i ceti sociali, in entrambi i paesi, dovrebbero impegnarsi in più scambi, comunicazioni e cooperazione per accumulare continuamente consenso.

Difficile comprendere quale sia la reale veste del cordiale Ospite della Grande Sala del Popolo di Pechino: lo Statista, che sostiene come una Cina forte e prospera sia una forza positiva per il mondo o il Wolf Warrior lanciato verso la costruzione di una Cina egemone. Come sottolineato dal presidente di Zijin Mining, un colosso statale minerario, gli sforzi degli USA, e dei loro alleati, rallenteranno lo sviluppo dell'economia e dell'industria mineraria cinese e potrebbero aumentare le tensioni geopolitiche con il concreto pericolo di venire proiettati verso una guerra che nessuno dei due vuole.

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Giovanni Brussato