Confcommercio, il peso crescente delle spese obbligate sul bilancio familiare
Le spese obbligate, in particolare quelle legate all’abitazione, stanno penalizzando sempre di più i bilanci delle famiglie e riducendo i consumi. Sangalli: «Confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale»
Il peso delle spese obbligate sulle famiglie italiane si mantiene sostanzialmente stabile intorno al 42%, un valore che non è cambiato molto rispetto al 2023 e che rappresenta un aumento di oltre 5 punti percentuali rispetto al 1995. Quest’anno, su una spesa media pro capite di circa 21.800 euro, oltre 9.000 euro sono destinati a spese obbligate, con un incremento di 348 euro rispetto al 2019. Tra queste, la voce principale è rappresentata dalle spese per l’abitazione, che ammontano a 4.830 euro. All'interno di questa categoria, le spese per energia, gas e carburanti, sebbene in calo costante dal 1995, costituiscono una parte significativa con 1.721 euro.
L’aumento del peso delle spese obbligate è amplificato dall’andamento dei prezzi, che ha visto una crescita notevolmente superiore rispetto agli altri beni e servizi. Tra il 1995 e il 2024, l’indice dei prezzi per le spese obbligate è aumentato del 122,7%, più del doppio rispetto al 55,6% dei beni commerciabili. Questo divario è accentuato da una concorrenza limitata tra i fornitori di beni e servizi obbligati.
L'analisi annuale dell’Ufficio Studi di Confcommercio evidenzia come l'inflazione e la riduzione delle quantità acquistate contribuiscano all’aumento complessivo delle spese obbligate nel bilancio familiare. I commercianti non prevedono un ritorno al livello del 40% delle spese obbligate registrato nel 2019. La quota delle spese obbligate è passata dal 41,5% del 2023 al 42,2% attuale, con una prevista lieve riduzione al 41,8% per il 2024.
Per il prossimo biennio, si stima che la quota dei beni commerciabili supererà il 21%, grazie all’attività turistica e alla presenza di italiani e stranieri in Italia. Tuttavia, il settore dei beni commerciabili, che include gran parte dei negozi fisici, continuerà a ridursi, mettendo sotto pressione le strutture commerciali locali, soprattutto nei centri storici. Inoltre, il continuo sviluppo del commercio online contribuirà a questa tendenza.
«Le spese obbligate, soprattutto quelle legate all’abitazione, penalizzano sempre di più i bilanci delle famiglie e di conseguenza riducono i consumi - commenta Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio - Consumi che sono la principale componente della domanda interna. Per sostenerli occorre confermare l’accorpamento delle aliquote Irpef e ridurre progressivamente, e in modo strutturale, il carico fiscale».
I consumi di beni obbligati a prezzi costanti tendono a diminuire, a cominciare dall’energia. Sebbene le spese obbligate includano esigenze fondamentali come la sanità, è chiaro che le tendenze a lungo termine, come l'invecchiamento della popolazione, richiedono investimenti e una governance adeguata per garantire che spese essenziali, come quelle per la sanità e l'abitazione, siano accessibili a tutti.