Crollano le vendite delle pompe di calore: un duro colpo per il Green Deal europeo
(Ansa)
Economia

Crollano le vendite delle pompe di calore: un duro colpo per il Green Deal europeo

Gli incentivi ridotti e il calo dei prezzi del gas frenano il mercato delle pompe di calore (-47%), mettendo a rischio l'obiettivo di 10 milioni di installazioni entro il 2027. L'Europa deve agire per non compromettere la decarbonizzazione del riscaldamento domestico.

Sono le pompe di calore l’ennesimo nuovo ostacolo sul percorso del Green Deal. L’’obbiettivo erano 10milioni di nuove installazioni tra il 2022 e il 2027. Fino a quest’anno la corsa al riscaldamento alternativo alle caldaie a gas c’è stato. Ma ora basta. Nei primi sei mesi del 2024 si è registrato un calo del 47% degli acquisti. Un problema per Bruxelles, per la decarbonizzazione europea.

Nei primi sei mesi dell’anno sono state vendute 765mila pome di calore. Nello stesso periodo nel 2023 erano 1,44 milioni. I dati (diffusi dal Finantial Times) si riferiscono a tredici Paesi Europei, tra cui Francia, Italia, Svezia e Germania, che da soli rappresentano l’80% del mercato totale. Un colpo duro non solo per l'industria, ma anche per gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo, che punta a ridurre le emissioni e a raggiungere 10 milioni di nuove installazioni entro il 2027. Cosa sta succedendo? Secondo l’European Heat Pump Association (EHPA), a incidere sulla scelta dei consumatori è la riduzione dei sussidi governativi, fondamentali per incentivare i cittadini a sostituire le tradizionali caldaie a gas con soluzioni più sostenibili. Paesi come Italia e Germania, che da soli rappresentano una parte significativa del mercato, hanno rivisto al ribasso gli incentivi economici per l'acquisto e l'installazione delle pompe di calore. Il secondo motivo è la discesa dei prezzi del gas, che aveva toccato livelli record all'inizio della guerra Russia- Ucraina e che ora ha reso meno urgente per molti consumatori il passaggio a fonti di riscaldamento più costose. In più ci sono le critiche dell’industria che continua a considerare i tempi dettati dal Green Deal troppo stringenti e ci sono i problemi di reperimento della forza lavoro: mancano gli installatori. Così le previsioni per il 2024 parlano di massimo 1,5 milioni di unità, riportando il mercato ai livelli pre-pandemia, in netto contrasto con il boom degli anni precedenti.

Un crollo di vendite che è un problema serio per Bruxelles. Le pompe di calore, che sfruttano l'elettricità, sono una tecnologia chiave per la decarbonizzazione del riscaldamento domestico, specialmente se alimentate da energia rinnovabile. E ora, guardando i numeri, l’obiettivo di 10milioni di nuove pome di calore entro il 2027 sembra davvero utopia.

Così la EHPA ha sollecitato Bruxelles a intervenire rapidamente. Paul Kenny, a capo dell’associazione, ha chiesto misure concrete per "invertire il rallentamento del mercato", ricordando come la Commissione Europea avesse promesso un piano d'azione già per la fine del 2023, che però non è ancora arrivato. Tra il 2020 e il 2023, gli investimenti nelle pompe di calore erano cresciuti del 75%, raggiungendo i 23 miliardi di euro, secondo dati di Bloomberg NEF. Ma l'attuale frenata mette a rischio il trend positivo e la capacità dell'Europa di decarbonizzare rapidamente il proprio parco immobiliare. Per arginare il problema, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha incluso il settore abitativo nelle competenze del commissario all’Energia, segnalando la volontà di affrontare il tema con maggiore attenzione. E da più parti arriva la richiesta di incentivi mirati, per convincere consumatori e aziende e contribuire così a riportare in carreggiata il Green Deal europeo.

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Cristina Colli