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Economia

Francia e Italia le più colpite dai dazi sui formaggi

I due Paesi subiscono pesantemente le ritorsioni cinesi contro i prodotti lattiero-caseari europei, seguite ai dazi dell’UE sui veicoli elettrici dalla Cina

Francia e Italia emergono come le principali vittime dell'inchiesta antisussidi avviata dalla Cina contro alcuni prodotti lattiero-caseari importati dall'Unione Europea, in risposta alle tariffe imposte da Bruxelles sui veicoli elettrici cinesi. Questo è quanto emerge dai dati dell'Amministrazione Generale delle Dogane della Repubblica Popolare Cinese (GACC).

Secondo i dati forniti dal GACC, considerando le categorie incluse nell'indagine, la Francia è in testa tra gli esportatori europei di prodotti lattiero-caseari verso la Cina, con un valore di 211,5 milioni di dollari nel 2023 e ulteriori 115,3 milioni di dollari tra gennaio e luglio di quest'anno. Al secondo posto si trova l'Italia, che lo scorso anno ha esportato formaggi per 64,9 milioni di dollari, cui si aggiungono 43,2 milioni di dollari nei primi sette mesi del 2024. La lista dei principali esportatori include anche Danimarca, Paesi Bassi e Spagna.
**Il Contesto della Decisione Cinese**
Come spesso accade nelle dispute commerciali, le ripercussioni delle decisioni prese a Bruxelles ricadono sui settori produttivi di altri paesi membri. A meno di 24 ore dall'annuncio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, sui nuovi dazi contro i veicoli elettrici cinesi, Pechino ha risposto avviando un'inchiesta sui prodotti lattiero-caseari europei. Questo segnale di ritorsione ricorda azioni precedenti, come quelle imposte sui salumi e le carni di maiale, che hanno notevolmente frenato le esportazioni europee verso il mercato cinese.
La Cina, che recentemente ha visto un aumento del 43% nelle importazioni di formaggi italiani, ha superato il Canada diventando il quinto mercato fuori dall'Europa per i prodotti italiani di alta gamma, con acquisti per un valore complessivo di 560 milioni di euro. Questo rende il mercato cinese il secondo più importante per l'Italia in Asia, dopo il Giappone. L'impatto per i caseifici italiani non è trascurabile, dato che circa 1,5 miliardi di euro del fatturato estero del settore provengono da paesi al di fuori dell'Unione Europea.
**Le Implicazioni per l’Industria Alimentare Italiana**
La risposta cinese era prevedibile, considerata la recente escalation nelle tensioni commerciali tra l'Unione Europea e la Cina. Quando, a marzo scorso, si è notato che le auto elettriche cinesi avevano prezzi che mettevano fuori mercato le vetture europee, l'UE ha iniziato a considerare misure per proteggere la propria industria automobilistica. Tuttavia, queste misure hanno scatenato ritorsioni cinesi che ora minacciano settori ben oltre l'automotive.
L'industria lattiero-casearia italiana, già colpita in passato da contese commerciali come le sanzioni alla Russia e il contenzioso USA-UE sugli aerei Boeing e Airbus, si trova nuovamente esposta a tariffe punitive che potrebbero chiudere di fatto il mercato cinese per i formaggi italiani. Attualmente, l'UE è il secondo esportatore di prodotti lattiero-caseari in Cina, dopo la Nuova Zelanda, ma l'Italia è uno dei paesi che sta registrando una crescita più rapida in questo mercato.
**Il Futuro del Commercio Agroalimentare con la Cina**
Va anche sottolineato che i prodotti italiani, in particolare i formaggi DOP, sono considerati ambasciatori dell'agroalimentare di qualità italiano. Con la crescita delle esportazioni di vino nel primo quadrimestre del 2024 (+4%, superando i 100 milioni di fatturato), il settore agroalimentare italiano stava guadagnando terreno in Cina. Tuttavia, la prospettiva di dazi più severi rischia di vanificare questi progressi.
Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, aveva già anticipato la difficoltà di competere in un contesto di contese commerciali internazionali che spesso penalizzano ingiustamente i produttori italiani. Come ha dichiarato recentemente, “siamo spesso colpiti da contese commerciali che nulla hanno a che fare con noi: prima le sanzioni alla Russia, poi il contenzioso USA-UE per la faccenda Boeing-Airbus, e ora i dazi con la Cina dove stavamo andando benissimo. Dovremmo forse vendere soltanto in Europa lasciando stare gli altri 7 miliardi e mezzo di persone? Purtroppo si vive di promesse vane”.
Le ripercussioni di queste tensioni commerciali sono complesse e si estendono ben oltre il settore automobilistico, colpendo profondamente anche l'agroalimentare italiano, che ora deve affrontare nuove sfide in uno dei suoi mercati di esportazione più promettenti.

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Rita Galimberti