Angela Merkel e Donald Trump
Economia

I Dazi di Trump e l'Italia, spiegato bene

Perché il presidente americano vuol erigere le barriere doganali contro l’Europa e quali prodotti vuole colpire

La Vespa Piaggio, i baci Perugina o la passata di pomodoro di tutte le marche. Ecco alcuni prodotti del made in Italy che in futuro potrebbero subire un calo vertiginoso delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Il presidente americano Donald Trump, secondo il Wall Street Journal, vuole infatti aprire una sorta di guerra commerciale con l’Unione Europea introducendo dei salatissimi dazi su molte merci importate dal Vecchio Continente. In pratica, su 90 categorie di prodotti che arrivano dall’altra parte dell’Atlantico, le autorità doganali statunitensi potrebbero mettere un super-balzello fino al 100% del valore, facendo così lievitare il prezzo.

Le merci colpite


Tra le categorie di prodotti sottoposti alle barriere doganali di Trump, ci sono molte eccellenze del made in Italy come gli scooter fino a 250 cc di cilindrata, le moto fino a 500 cc, l’acqua minerale, le prelibatezze della gastronomia come i prosciutti e i salami tipici, i pomodori e i loro derivati, il cioccolato e i derivati del cacao e i tessuti, seppur soltanto quelli sintetici, in rayon e viscosa. Dovrebbero dunque salvarsi dai dazi, almeno secondo le indiscrezioni di stampa circolate sinora, le creazioni della moda italiana e anche altri prodotti dell’agroalimentare come l’olio extravergine di oliva.

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Le conseguenze (possibili) per l’Italia


Secondo le cifre circolate sinora, l’aggravio per le esportazioni europee verso gli Stati Uniti generato dai dazi di Trump non dovrebbe essere particolarmente elevato, cioè nell’ordine di circa 100 milioni di euro. Tuttavia, c’è il rischio che i balzelli diano un duro colpo a singole categorie di merci e danneggino di più alcuni paesi come l’Italia, i cui prodotti d’eccellenza trovano in America un ricco mercato di sbocco. Il valore dell’export tricolore aldilà dell’Atlantico è pari infatti a circa 37 miliardi di euro ogni anno, cioè a  oltre un decimo delle esportazioni dei 28 paesi dell’Unione Europea (che ammontano a 362 miliardi).

Le voci dell’export  

Non va dimenticato infatti che l’Italia non manda dall’altra parte dell’Atlantico soltanto bei vestiti, vini, cibi e bevande. La quota più significativa dell’export nazionale verso gli Stati Uniti è rappresentata infatti dai mezzi di trasporto (22%), una delle categorie che dovrebbero essere colpite in parte (seppur limitatamente ai motocicli) dai dazi di Trump. La seconda categoria più importante nell’export verso gli Stati Uniti è la meccanica strumentale (con una quota del 19% circa) mentre il peso della moda è di poco superiore al 10%.

La ritorsione della Casa Bianca

Ma perché Trump, se la notizia verrà confermata, si appresterebbe a introdurre barriere doganali con l’Europa? La motivazione principale di questo ritorno al protezionismo ha radici antiche. Si tratterebbe di una ritorsione per il divieto che l’Unione Europea ha introdotto da parecchi anni contro le carni trattate con gli ormoni, che negli Stati Uniti sono considerate legali mentre al di qua dell’Atlantico vengono giudicate dannose per la salute e sono dunque proibite. Da tempo la lobby degli allevatori americani si batte contro questa norma europea che di fatto impedisce alle loro carni di accedere al Vecchio Continente. A quanto pare, l’inquilino della Casa Bianca ha preso a cuore questa battaglia.

Michael Reynolds-Pool/Getty Images
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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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