Def 2015, tutte le misure del Governo Renzi
Via libera alla risoluzione di maggioranza e all'emendamento che garantisce la qualità dei servizi nonostante il taglio alla spesa da 10 miliardi
"Niente tagli alle prestazioni e niente aumento delle tasse". Così il premier Matteo Renzi ha riassunto i contenuti del Def, il documento di economia e finanza approvato definitivamente il 10 aprile e di cui oggi è stata approvata la
risoluzione di maggioranza con 165 voti favorevoli, 82 no e tre astenuti mentre è stato approvato all'unanimità, con 250 voti a favore, un emendamento a prima firma De Biasi, volto a garantire che i tagli della spending review siano operati "assicurando il mantenimento dei livelli e della qualità dell'assistenza sanitaria e sociale erogata ai cittadini e favorendone una maggiore omogeneità nel territorio nazionale".
Cosa prevede il Def
Il riferimento è al taglio alla spesa per 10 miliardi di euro per evitare che scatti il previsto aumento dell'iva e delle accise nel 2016: una misura che rappresenterebbe, secondo Confcommercio, 54 miliardi di tasse in più in 3 anni, 13 nel solo 2016, e costerebbe, secondo i consumatori, fino a 842 euro a famiglia. Un 'salasso', che stroncherebbe gli sforzi di rilancio dell'economia, con un impatto depressivo calcolato dal Mef in una perdita di Pil a fine periodo (2016-2018) pari a 0,7 punti percentuali.
Il premier, già il 10 aprile, aveva ricordato per l'ennesima volta la riduzione fiscale già attuata nel 2015, cioè gli 80 euro in più sulle buste paga (10 miliardi), gli incentivi alle assunzioni e la sforbiciata all'irap sul costo del lavoro (8 miliardi), più altri 3 miliardi di scampati aumenti delle tasse grazie agli sforzi compiuti per evitare alcune clausole di salvaguardia. In totale, a detta di Renzi, l'alleggerimento delle imposte sarà quest'anno nell'ordine di 21 miliardi di euro. "Se ci sarà spazio", ha detto il presidente del consiglio "attueremo una riduzione delle imposte anche nel 2016".
Confermate nel Def le previsioni sull'andamento dell'economia già circolate nelle ultime ore, prima del consiglio dei ministri. La crescita del pil dovrebbe essere più sostenuta del previsto, a +0,7% nel 2015 (invece di +0,6%), per salire all'1,4% l'anno prossimo. Il deficit resterà invece al 2,6% del Pil quest'anno e leggermente sopra l'1,8% nel 2016.
La spending review annunciata dal premier con il Def dovrebbe concentrarsi sulle società pubbliche partecipate dagli enti locali. Le forbici dei nuovi commissari (Yoram Gutgeld e Roberto Perotti) dovrebbero puntare a tagliare uffici territoriali (tutti in un unico palazzo), corpi di polizia (a partire dall'accorpamento della Forestale), centrali uniche di acquisto e partecipate locali, tutte misure gia' previste dalla legge di stabilita' e dalla delega P.a. che vanno implementate. Ma ci saranno anche controlli piu' stringenti sulle prestazioni sociali a partire dagli assegni di invalidita' e accelerazione dei costi standard, con le spese dei Comuni che dovranno essere tutte messe online.
Proprio i sindaci, già alle prese con la gestione dei 2,2 miliardi di minori risorse previste per quest'anno, sono i primi a lanciare l'allarme sulla impossibilita' di reggere altri tagli. Situazione non prevista, ha rassicurato lo stesso premier nell'incontro con Piero Fassino avvenuto ieri. Un altola' arriva anche sulla local tax, che il governo dovrebbe inserire nel Programma nazionale di riforma, e che non deve essere penalizzante per i Comuni.
Il Piano dovrebbe arrivare solo a fine settimana, dopo un approfondimento con i vari dicasteri, insieme all'allegato Infrastrutture che indichera' 49 opere davvero prioritarie, tra cui dovrebbe rimanere, ha precisato il viceministro Riccardo Nencini, anche la Tirrenica, che colleghera' Livorno a Civitavecchia.