Di Maio e i riders, le cose da sapere
Il ministro del lavoro promette più tutela ai ciclofattorini che fanno consegne nelle città e ha aperto un tavolo di contrattazione
A decidere, come in qualunque vertenza sindacale, sarà un tavolo di trattative. E’ quello che nascerà, con la mediazione del governo e del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, tra le piattaforme internet come Foodora e i cosiddetti riders, i fattorini che oggi scorrazzano in moto o in bicicletta in diverse città italiane e straniere.
Con l’apertura di un tavolo per i riders, Di Maio si augura di arrivare alla firma del primo contratto di lavoro per una categoria professionale emergente, nata e sviluppatasi con l’avvento dell’era digitale. Ma ecco, di seguito, una panoramica sulle cose da sapere per capire come si è arrivati alla situazione attuale.
Chi sono i riders
I riders sono i fattorini che in molte città italiane e straniere, muniti di bicicletta o più raramente di motorino, fanno consegne a domicilio di vari tipi di merci, soprattutto di cibi caldi dei ristoranti, ordinati su internet attraverso note piattaforme come appunto Foodora, Glovo, Deliveroo o Just Eat.
La protesta dei fattorini
Da tempo i riders, che sulla carta sono lavoratori autonomi, chiedono maggiori tutele e hanno già organizzato molte agitazioni in diversi paesi europei, Italia compresa. Vogliono un livello salariale minimo, maggiori protezioni contro gli infortuni, turni meno massacranti.
Il Decreto Dignità
Nelle scorse settimane, Di Maio ha promesso di dare un salario minimo e più tutele ai riders con delle apposite norme inserite nel Decreto Dignità, un pacchetto di misure che il suo ministero sta preparando e che riguarda, oltre ai ciclofattorini, anche altre tematiche come i contratti di lavoro a tempo determinato, il gioco d’azzardo, gli studi di settore e il redditometro.
Minacce di chiusura
Secondo le anticipazioni del Sole24Ore, la versione iniziale del Decreto Dignità conteneva alcune norme che assimilavano di fatto il contratto dei riders al rapporto di lavoro dipendente anche quando non c’è un orario prestabilito per i loro turni. Le piattaforme web che danno lavoro ai ciclofattorini hanno protestato contro tali norme e hanno chiesto a Di Maio di ritirarle. In caso contrario, queste aziende hanno minacciato di lasciare l’Italia perché esposte a costi troppo elevati.
Cambio di rotta e trattative
Dopo un incontro con i rappresentanti delle piattaforme web, Di Maio ha deciso di aprire un tavolo di contrattazione tra le aziende del settore e i sindacati dei riders, per trovare un punto di incontro. L’auspicio del ministro è che si giunga alla firma del primo contratto di lavoro della cosiddetta Gig Economy (espressione utilizzata per indicare le molte attività lavorative saltuarie, nate proprio con l’avvento delle piattaforme su internet).
Per saperne di più
- Riders, qualche idea per dar loro più diritti
- Foodora: "Vi racconto il futuro del cibo a domicilio"
- Foodora, i riders e il bisogno di nuove regole sul lavoro
- Se il lavoro cambia deve cambiare anche il sindacato