Donne e lavoro: come fare per fare carriera
I consigli di Sheryl Sandeberg (Facebook) e di quattro top manager italiane (e un uomo)
A marzo uscirà per Mondadori l’atteso libro di Sheryl Sandberg, numero due di Facebook, donna, moglie, madre di due bambini: Facciamoci avanti - Le donne, il lavoro e la voglia di riuscire con consigli e riflessioni sulle donne e la carriera. Il tema ha tenuto banco, nel corso della Social Media Week di Milano , in una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di cinque top-manager: Silvia Candiani, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italy; Marcella Logli, Responsabile Corporale Identità & Public Relations di Telecom Italia; Roberta Marracino, Director of Communication and Research di McKinsey & Company; Laura Donnini, General Manager & Publisher di Mondadori; e Tommaso Arenare, della Egon Zehnder, società specializzata nella valutazione e reclutamento di responsabili business. Quattro donne e un uomo.
Prima di tutto i numeri: in Italia, le donne studiano di più degli uomini (il 59% dei laureati di primo grado sono donne) e usano i social network per il 10% in più. Nonostante siano mediamente più preparate, però, in età lavorativa (15/65 anni) sono impiegate solo per il 47% contro il 67,5% degli uomini e, su 10 milioni di donne inattive (soprattutto nella fascia di età tra i 25 e i 45 anni, quando sono più impegnate in famiglia), il 40% ha un diploma.
Insomma, c'è ancora un'importante questione di genere quanto mai attuale anche all’estero, se si tiene conto che negli States il numero di segretarie supera percentualmente quello italiano (e non è un caso che la Sandeberg, che ha sollevato con il suo libro la questione, sia americana).
Le ragioni sono molteplici e sono soprattutto di natura cultural-educativa: c'è differenza di trattamento nelle famiglie fin dai giochi infantili e nelle paghette; le figlie sono meno incoraggiate a seguire studi scientifici che permettono di accedere a professioni meglio retribuite; il carico del lavoro domestico-familiare è soprattutto sulle spalle delle donne che, in Italia, lavorano a casa in media quattro ore più dei mariti, contro le due in Francia-Germania e ancora meno nei Paesi scandinavi.
Come uscirne? Serve un'altra importante rivoluzione culturale.
Bisogna concentrarsi sulle cinque strade valide per gestire al meglio l'essere donna con il lavoro: fare gruppo e sostenere la leadership femminile, saper scegliere e averne il coraggio, conoscere se stesse, le proprie aspirazioni e le proprie passioni, ricordare che la perfezione non è di questo mondo e avere la mentalità del “farsi avanti“, creando posti di lavoro, non semplicemente occupandoli, continuare a parlare e a confrontarsi tra donne perché la carriera resta sempre un percorso a ostacoli.
Sebbene la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione abbia migliorato sensibilmente la situazione spingendo i responsabili a riflettere più di prima nello scegliere a chi assegnare una poltrona di rilievo nella gestione di un'azienda, esistono ancora dei limiti enormi perché si arrivi a una società del lavoro equilibrata tra i due sessi.
Eccezione la fanno le aziende hi-tech o collegate al mondo digitale dove le nuove tecnologie favoriscono le donne permettendo maggiore flessibilità. Non solo: in questo tipo di imprese i risultati sono misurati in maniera più scientifica che emotiva, il che è a favore delle quote rosa, spesso più preparate.
Ma c'è bisogno che le donne si facciano avanti, come invite Sandberg nel suo libro. Come gli uomini. Anche perché le donne, sono più resilienti, sanno superare meglio i cambi di stato e ripartire; quindi non è il caso di farsi impaurire troppo dai giudizi degli altri.
Forse la Generazione Y sarà più determinata in questo: le ragazze dichiarano di non voler lavorare nella propria vita futura come vedono lavorare le proprie madri.
Ma attenzione al mito della Wonder Woman: non si può arrivare a tutto ed è necessario superare il senso di colpa (tra vita professionale e familiare) che ogni donna conosce e porta con sé. Inoltre, il ruolo del compagno (come dice anche la Sandberg) è fondamentale: deve sostenere, supportare, anche sostituirsi in mansioni non tradizionalmente maschili, per esempio, in famiglia e con i figli.