Draghi dà fiducia alle Borse
Il numero uno della Bce ribadisce la possibilità di comprare titoli di stato se ce ne dovesse essere bisogno. E i mercati festeggiano
Che l'acquisto di bond sovrani fosse nell'arsenale delle misure straordinarie a disposizione della Bce era noto. Ma è bastato che il presidente dell'Eurotower, Mario Draghi, lo sottolineasse in maniera più esplicita del solito per cambiare le sorti di una giornata partita malissimo per i mercati finanziari, a causa dell'inatteso ritorno del Giappone in recessione.
Recessione in Giappone: cause e conseguenze
Se le prospettive dell'inflazione continueranno a peggiorare, ha affermato Draghi durante un'audizione al Parlamento Europeo, la Bce attuerà nuovi interventi. Lo staff dell'Eurotower, ha aggiunto, è inoltre già al lavoro su ulteriori misure straordinarie nell'ambito del suo mandato, che potrebbero includere anche l'acquisto di titoli di Stato, una soluzione che incontra però la ferma opposizione dei 'falchi' guidati dalla Bundesbank.
Tanto è stato sufficiente, però, a far arretrare euro e spread ai minimi di seduta (il differenziale Btp/Bund ha chiuso sotto 150 punti) e a risollevare listini europei che stavano tentennando a causa della debole performance di Wall Street. A registrare i guadagni maggiori a fine seduta sono le borse di Madrid (+1,59%) e Milano (+1,33%), trainate dal comparto bancario. A Piazza Affari i titoli piu' acquistati sono infatti Unicredit, (+3,24%), Ubi Banca (+3,41%), Bper (+3,38%), Banco Popolare (+3,01%) e Mps (+3,05%).
E proprio l'istituto senese è stato tra gli argomenti toccati da Draghi durante l'audizione. Il presidente della Bce ha sottolineato che il piano di ricapitalizzazione "è in questo momento sotto analisi". "Appena il lavoro sarà terminato, sarà reso noto, ma non penso che esista un termine esplicito per rispondere", ha aggiunto Draghi.
Quanto al quadro macroeconomico, il numero uno dell'Eurotower ha confermato le previsioni di una "ripresa moderata nel 2015 e nel 2016", previsioni soggette tuttavia a "rischi al ribasso", tra i quali spiccano "l'insufficiente progresso delle riforme stutturali" e un andamento dell'inflazione che impone di "restare all'erta". Il monito ai governi dell'Eurozona è quindi sempre quello: la politica monetaria da sola non puo' tirar fuori l'area euro dal pantano della stagnazione, sebbene, ha concluso Draghi, si stiano già vedendo i primi "risultati concreti" delle misure varate dalla Bce per rilanciare il credito, come le 'Tltro'.