Ecco i laureati che trovano lavoro più facilmente
Uomo, laurea triennale, facoltà del Nord, ha terminato gli studi nei tempi previsti, è competente in informatica ed è stato studente-lavoratore
È più facile trovare lavoro per un laureato triennale (e nei tempi previsti), uomo, del Nord, con competenze informatiche, e che magari sia stato studente-lavoratore.
Questa la fotografia del 'dottore tipo' che, uscito dai nostri Atenei, ha più facilità a trovare lavoro entro un anno dalla laurea. Emerge dalla XX Indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati a un anno dalla laurea.
I laureati di primo livello hanno dunque maggiori opportunità occupazionali: rispetto ai laureati magistrali biennali, quelli triennali risultano infatti avere il 14,7% di probabilità in più di lavorare.
PIÙ FACILE PER GLI UOMINI CHE HANNO STUDIATO AL NORD
Si inseriscono più facilmente nel mercato del lavoro i dottori rispetto alle dottoresse (8,2% di probabilità in più di lavorare rispetto alle donne) e chi risiede o ha studiato al Nord (per quanto riguarda la residenza, +34,1% di probabilità di essere occupati rispetto a quanti risiedono al Sud; per quanto riguarda la ripartizione geografica di studio, +44,9% di probabilità di essere occupati rispetto al Sud).
FAMIGLIA, IL PRIMO CHE HA STUDIATO
E provenire da una 'buona famiglia', al contrario di quanto si pensa, ritarda l'ingresso nel mondo del lavoro: i laureati provenienti da famiglie nelle quali almeno un genitore è laureato registrano una minore probabilità di occupazione (-8,7%) a un anno dal titolo.
TEMPI PREVISTI
Risulta agevolato nel trovare un lavoro, invece, chi rispetta i tempi previsti dagli ordinamenti per la conclusione del percorso universitario. I laureati che terminano il percorso di studio entro un anno fuori corso hanno il 52,5% di probabilità in più di lavorare, a un anno dal conseguimento del titolo, rispetto a quanti terminano con almeno quattro anni di ritardo.
STUDENTI MA ANCHE LAVORATORI
Inoltre, anche l'indagine AlmaLaurea conferma che le esperienze lavorative (in particolare continuative e a tempo pieno per almeno la metà della durata degli studi), così come alcune competenze maturate nel corso degli studi universitari, esercitano un effetto positivo in termini occupazionali.
Gli studenti-lavoratori hanno il 53% di probabilità in più di lavorare rispetto a chi non ha maturato esperienze di lavoro. Chi ha svolto un tirocinio curriculare ha il 20,6% di probabilità in più di lavorare a un anno dal conseguimento del titolo rispetto a chi non ha svolto tale tipo di attività. Analogamente, chi ha svolto un periodo di studio all’estero nell’ambito di un programma dell’Unione europea ha il 14,0% di probabilità in più di essere occupato rispetto a chi non ha mai compiuto periodi di studio all’estero. Altro dato importante per ottenere un lavoro è la presenza di competenze informatiche che esercita un effetto senz'altro positivo: la probabilità di essere occupati, tra chi conosce almeno cinque strumenti informatici, è del 18,5% più alta rispetto a chi conosce al più due strumenti.
CREDERCI
Trova più facilmente lavoro, infine, chi, tra i laureati attribuisce una rilevante importanza all’acquisizione di professionalità, al coinvolgimento nell’attività lavorativa e nei processi decisionali e alla possibilità di carriera registra una maggiore probabilità di essere occupato a un anno dal titolo (da +14,1% a +9,2%).
TRASFERTE
Anche la disponibilità ad effettuare trasferte per motivi lavorativi (indipendentemente dalla frequenza) risulta premiante in termini occupazionali (22,7% di probabilità in più).
STABILITÀ
All’opposto, si evidenzia una minore probabilità di occupazione per chi ritiene importante, nel lavoro cercato, la stabilità e sicurezza del posto di lavoro, la rispondenza ai propri interessi culturali e la flessibilità dell’orario di lavoro (le probabilità variano da -8,4 a -12,7%).
Per saperne di più
- Occupazione, perché i giovani non trovano lavoro
- Laureati, perché ne abbiamo così pochi
- Lauree, quelle che fanno trovare lavoro