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Franco Silvi/Ansa
Economia

Ecobonus, ecco come cambierà nel 2018

Il governo ha intenzione di estendere la portabilità dell’agevolazione, anche se potrebbe rivedere al ribasso alcune aliquote

Novità in vista per l’ecobonus, l’agevolazione fiscale che premia i contribuenti che eseguono lavori di efficientamento energetico sulla propria abitazione. Diciamo subito che i cambiamenti a cui sta lavorando il governo, e che potrebbero arrivare con la prossima legge di stabilità o con il decreto fiscale collegato, non sono tutti di segno positivo per i cittadini.

Per un verso infatti dovrebbero essere allargate le maglie della cosiddetta portabilità del bonus, d’altro canto invece per alcuni lavori potrebbero scendere le aliquote delle detrazioni e quindi diminuire i benefici economici. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le novità più significative che potrebbero essere introdotte a partire da gennaio 2018.

Portabilità allargata

Uno dei provvedimenti più significativi a cui starebbe lavorando l’esecutivo riguarderebbe l’allargamento del beneficio della portabilità dell’ecobonus a tutti i tipi di abitazione. Attualmente infatti la possibilità di cedere il credito a cui si ha diritto su un’abitazione a fornitori o ad altri soggetti privati, è ammessa soltanto per i condomini e per il sisma-bonus.

Con la nuova regolamentazione invece, tale beneficio potrebbe essere allargato anche alle singole unità abitative private, aumentando in questa maniera le possibilità che effettivamente vengano eseguiti lavori di efficientamento energetico su un qualsiasi edificio e rilanciando dunque ancora di più l'edilizia.

Fondo di garanzia

Una seconda importante novità, in parte collegata alla prima, riguarderebbe poi l’istituzione, all’interno del Fondo nazionale per l’efficienza energetica, di una sezione dedicata al rilascio di garanzie su eventuali finanziamenti concessi da istituti di credito per l’esecuzione di lavori di efficientamento energetico. Insomma, lo Stato si farebbe garante di prestiti mirati proprio all’esecuzione di lavori che possono beneficiare dell’eco-bonus.

A garantire le risorse di questo fondo speciale per un totale di 50 milioni annui, sarebbero il ministero per lo Sviluppo economico e il ministero dell’Ambiente con gli incassi delle aste delle quote di emissione di CO2. Secondo le stime più ottimistiche, con questa nuova forma di eco-prestito garantito, si potrebbero attivare nuovi lavori per un totale di circa 600 milioni di euro.

Aliquote riviste

A fronte delle novità tutto sommato positive sopra menzionate, ci sarebbe la volontà invece di rivedere al ribasso le aliquote delle detrazioni previste dall’ecobonus per alcuni lavori. Addio dunque all’aliquota unica fissata al 65% per gli interventi di efficientamento energetico.

Ad esempio, tra le proposte in ballo, ci sarebbe quella di abbassare la detrazione Irpef al 50% per lavori che riguarderebbero finestre, schermature, caldaie a condensazione e a biomassa.

Il nuovo “spirito” dell’ecobonus

Il citato calo delle aliquote per alcuni interventi, si inserirebbe a pieno titolo in quello che potrebbe essere definito il nuovo “spirito” della legge che riguarda l’ecobonus.

L’obiettivo complessivo a cui starebbero lavorando infatti soprattutto i tecnici del ministero dello Sviluppo economico sarebbe quello di rendere il beneficio sempre più proporzionale al valore reale del risparmio energetico perseguito dal contribuente che ne fa richiesta.

In questa logica dunque, interventi più strutturali, che andrebbero quindi ad impattare sulla struttura muraria di un’abitazione, potrebbero ottenere un’aliquota decisamente più favorevole, rispetto al semplice cambio ad esempio degli infissi o di una caldaia, interventi che, come sopra accennato, dal 2018 potrebbero sottostare a un’aliquota un po’ più bassa.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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