Edilizia in crisi, le richieste dei costruttori
Il presidente dell’Ance Buzzetti chiede lo sblocco immediato di 39 miliardi di fondi già disponibili
Dopo il giorno della collera quella della proposta. Il settore dell’edilizia prova a riprendere il filo del dialogo con il governo e dopo aver protestato in maniera clamorosa qualche giorno fa a Milano, oggi per bocca del presidente dell’Ance Paolo Buzzetti rilancia le proprie richieste per riavviare il mondo delle costruzioni. Un settore che come denunciato nella citata giornata di protesta a Milano, culminata con la deposizione di migliaia di caschetti gialli in Piazza Affari, sta pagando in maniera pesantissima la crisi. Un dato su tutti: nella filiera delle costruzioni negli ultimi cinque anni sono andati in fumo qualcosa come 550mila posti di lavoro. Dati negativi a cui si aggiungono quelli odierni dell’Istat, che registra nel 2012 l’anno peggiore per l’edilizia dal 1995 con un calo della produzione del 14% rispetto al 2011.
Una situazione ormai insopportabile e contro la quale le imprese di costruzioni chiedono un deciso cambio di rotta. E allora, incontrando oggi il premier Mario Monti, il presidente Buzzetti non ha potuto fare altro che confermare che i dati Istat “dicono la verità” sulla gravità della crisi dell'edilizia. “E’ un tracollo” ha detto il presidente dell’Ance al termine dell'incontro con Monti. “C’è poco da fare – ha poi aggiunto – o il prossimo governo cambia qualcosa o dobbiamo passare in blocco all'opposizione e alla battaglia. Qui le imprese chiudono. Anche gli osservatori internazionali ci danno ragione, tutti dicono che l’edilizia deve ripartire e gli altri Paesi ci stanno già puntando”.
EDILIZIA, LE PROMESSE DI MONTI
E la ricetta dell’Ance è stata espressa a Monti con molta chiarezza proprio nel corso dell’incontro. Innanzitutto sbloccare quasi 39 miliardi di euro già disponibili, 30 stanziati dal Cipe e 8,6 bloccati dal patto di stabilità,che, se spesi, potrebbero avere una ricaduta complessiva sul sistema economico per circa 130 miliardi. In questo senso il presidente Buzzetti ha anche preso un impegno solenne: “Ci sentiamo di fare questa promessa – ha annunciato -: se saranno sbloccati i 39 miliardi di fondi stanziati dallo Stato e mai spesi, si possono creare subito 660 mila posti di lavoro e investire anche risorse private”.
Tra l’altro il presidente dell’Ance ha anche fatto notare come negli ultimi cinque anni siano stati annunciati sblocchi di risorse per l’edilizia e le infrastrutture da parte del Cipe per circa 200 miliardi di euro, ma “meno del 10% di questi si sono veramente trasformati in cantieri”. Senza contare che tra i 30 miliardi di euro stanziati dal Cipe e mai spesi, ci sarebbero 16 miliardi per le infrastrutture di trasporto, 2 miliardi per la messa in sicurezza delle scuole e 2 miliardi per il rischio idrogeologico. Insomma, tutti interventi ritenuti quanto mai urgenti e utili per il Paese.
COSTRUZIONI, I PROGRAMMI DEL PIANO CITTA'
Altro punto fondamentale dovrà poi essere l’allentamento del patto di stabilità attraverso l’introduzione di una golden rule che permetta agli enti locali di spendere le risorse per gli investimenti che costituiscono la parte più virtuosa e sostenibile della spesa pubblica. Il patto di stabilità infatti, secondo i dati dei costruttori, blocca nelle casse di Comuni e Province 13,3 miliardi. Di questi 4,7 miliardi sono pagamenti di lavori già eseguiti e 8,6 miliardi per nuovi cantieri da avviare.