Così guerra e sanzioni colpiscono la moda e il lusso italiani
L'Italia vende circa 1,2 miliardi di euro in beni di lusso ai clienti russi ogni anno, coinvolgendo più di 11 mila aziende. Il conflitto rischia di creare gravi danni economici alla nostra industria.
Anche se la moda è stata esclusa dalle sanzioni imposte dall’Unione europea alla Russia, il settore verrà comunque colpito indirettamente dalla crisi internazionale provocata dalla guerra contro l’Ucraina. I pagamenti più difficili per il blocco del circuito Swift applicato ad alcune banche di Mosca, la minore capacità di spesa degli oligarchi finiti nel mirino dell’Occidente, la svalutazione del rublo, le incertezze dei consumatori e lo stop ai voli dalla Russia con la conseguenza scomparsa dei ricchi acquirenti che frequentavano via Montenapoleone, sono tuti fattori che ridurranno l’afflusso di denaro nelle boutique del Made in Italy. Ma non sarà una situazione drammatica, perché pur essendo il mercato russo del fashion il nono a livello mondiale, l’esposizione delle imprese italiane non è elevatissima. Tra le aziende quotate più esposte ci sono per esempio Geox e Cucinelli che rispettivamente dipendono dal mercato russo per l’8 e il 5% del loro fatturato.
L’Italia è il secondo Paese fornitore di moda e accessori in Russia: secondo la Camera Nazionale della Moda, l'Italia vende circa 1,2 miliardi di euro in beni di lusso ai clienti russi ogni anno, coinvolgendo più di 11 mila aziende. Un valore in crescita: nei primi 11 mesi del 2021 le esportazioni della moda italiana in Russia sono aumentate del 24% raggiungendo il valore di 1,3 miliardi. E in base ai dati elaborati dall’ufficio studi di Confcommercio Milano, i turisti russi nella capitale della moda, in crescita costante negli anni pre-Covid, sono stati oltre 185 mila nel 2019 per uno scontrino medio di 2mila euro a visitatore.
Tutti numeri da rivedere, con la guerra in Ucraina. È vero che i beni di lusso non sono inclusi nelle attuali sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia ma, come sottolinea Vogue Business, sito di informazioni sull’industria della moda del gruppo Condé Nast, “le transazioni finanziarie per pagarli possono essere complicate in seguito alle misure finanziarie imposte da Europa e Stati Uniti”. Escludendo alcune banche russe dal sistema Swift comprese le due più grandi del Paese, Sberbank e Vtb, obbligherà le imprese che effettuano transazioni tramite quelle banche di cercare nuove relazioni bancarie per continuare con le loro operazioni.
«Escludere le banche russe non avrà un impatto sui pagamenti con carta di credito nei negozi, ma avrà un impatto sui pagamenti internazionali», ha dichiarato a Vogue Business Julien Martinet, fondatore dello studio legale Swift Litigation. «Ciò significa che sarà più difficile per i marchi pagare i loro fornitori e partner e viceversa». Finché le filiali delle banche internazionali in Russia non sono colpite, le aziende russe non saranno colpite se hanno un conto in quelle banche. Ma sarà più complicato per le aziende russe fare affari in euro, sterline o dollari. Nel caso di sanzioni sui pagamenti, Martinet non crede che i marchi affermati potrebbero facilmente ricorrere a pagamenti alternativi come contanti o criptovalute a causa di problemi di conformità.
Un altro problema è rappresentato dall’indebolimento del rublo, che riduce i margini dei beni di lusso venduti in Russia, a meno che le case di moda non aumentino i listini. Sul fronte opposto, la chiusura dello spazio aereo europeo ai voli provenienti dalla Russia avrà effetti negativi sullo shopping nelle capitali della moda, con Milano in prima fila.
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