Elezioni 2018, cosa aspettarsi in Borsa
Ansa/ Massimo Lapenda
Economia

Elezioni 2018, cosa aspettarsi in Borsa

La comunità finanziaria ha paura solo dell’uscita dell’Italia dall’euro. Un’ipotesi improbabile che non fa temere troppo gli effetti del voto

Come reagiranno le borse di fronte all’esito delle elezioni politiche 2018 del 4 marzo? Se lo sono chiesto in molti nella comunità finanziaria milanese e in quella internazionale. La business community, si sa, difficilmente fa il tifo per qualche partito, ma si augura come sempre che a vincere sia la stabilità.Dopo che le urne hanno dato il loro responso, la borsa di Milano ha subito una flessione contenuta di appena lo 0,4%. Ma forse è ancora presto per fare previsoni su come reagiranno i mercati poiché gli operatori finanziari aspettano innanzitutto di vedere come evolveranno le trattative per la formazione del nuovo governo, dopo la vittoria del Movimento 5 Stelle e della coalizione di centrodestra

Prima del voto, analisti e gestori delle case d’investimento non erano particolarmente preoccupati. La scorsa settimana Silvia Dall’Angelo, economista della casa d’investimenti Hermes IM, ha previsto uno scenario post voto abbastanza tranquillo, soprattutto per una ragione: la legge elettorale adottata in Italia non ha favorito la formazione di maggioranze nette ma spingerà alla creazione di coalizioni tra più partiti. “Il che dovrebbe implicare una sostanziale continuità politica”, ha scritto Dall’Angelo in un commento, “rendendo improbabile che vengano perseguite politiche controverse come quella di abbandonare l’euro”. 

Per il dopo-voto, gli esperti case d'affari hanno delineato alcuni possibili scenari. Eccoli nel dettaglio, con le loro possibili ripercussioni sui mercati. 

Stallo politico

Nell’eventualità che nessuna coalizione riesca a formare un governo, l’ipotesi più accreditata è che Gentiloni resti premier fino a quando non saranno indette nuove elezioni. E’ uno scenario preso in esame da Nicola Mai, responsabile della ricerca sul credito sovrano in Europa del colosso statunitense del risparmio gestito Pimco. “ Le probabilità che le elezioni del 4 marzo portino a un governo autorevole e orientato alle riforme sono scarse”, dice Mai.

“Anche se questa ipotesi non promette nulla di buono per un paese con un elevato debito e con un forte bisogno di riforme come l’Italia”, continua Mai, “la formazione di un esecutivo forte in Italia non è attualmente una grande preoccupazione per i mercati finanziari, che sono vivacizzati dalla ripresa congiunturale in corso in Europa”. Nel breve termine, dunque, lo stallo politico a Roma potrebbe portare un po’ di volatilità sulle borse (in primis ovviamente sul listino di Piazza Affari) senza però grandi scossoni. 

Governo del Centrodestra (o Grande Coalizione)

La seconda ipotesi è che ci sia un governo del centrodestra. In questo caso, secondo gli analisti e i gestori di Pimco, le borse apprezzerebbero soprattutto la formazione di un governo moderato con una prevalenza delle forze politiche europeiste (nonostante l'euroscetticismo della Lega).  

Asse Lega-5Stelle

Un’eventuale maggioranza tra Lega e Movimento5Stelle, i due partiti più euroscettici del panorama politico italiano, non viene invece gradita dalla comunità finanziaria. Di fronte a tale scenario, Marco Piersimoni, senior investment manager della casa di gestione Pictet Am Italia non esclude la possibilità che ci sia una mini-fuga degli investitori dai Buoni del Tesoro, con un conseguente calo dei loro prezzi e un’impennata fino a 200 punti base (2%) dello spread Btp/Bund, il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e tedeschi. Anche in questo caso, però, lo scenario non viene considerato catastrofico poiché sia la Lega che i 5Stelle hanno abbandonato nelle ultime settimane le loro posizioni anti-europeiste più radicali. 

Coalizione Pd-M5s e Liberi e Uguali

Gli esperti di Pictet Am prendono in esame anche l’ipotesi che si crei una strana coalizione di sinistra tra Pd, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali.  Questo scenario, al quale viene assegnata una probabilità remota di appena il 10%  prima del voto, secondo Piersimoni “non comporterebbe un rischio anti-europeista, ma si baserebbe su un programma di politica fiscale molto espansiva”. Un esito del genere, a detta del gestore, rappresenterebbe anche una “grossa una sorpresa a cui il mercato non è preparato, con un possibile allargamento dello spread Btp/Bund di circa 30 punti base (0,3%)". 

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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