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(Ansa)
Economia

Elezioni al Quirinale. I mercati tifano per Draghi, a Palazzo Chigi

Per gli investitori internazionali e gli esperti di mercati Draghi dovrebbe restare al suo posto per evitare incertezza e elezioni anticipate

Ad appena due giorni dall’inizio degli scrutini per l’elezione del nuovo capo dello Stato, cresce la preoccupazione tra gli operatori dei mercati finanziari, soprattutto per il futuro di Mario Draghi. L’ipotesi che l’attuale inquilino di Palazzo Chigi traslochi al Quirinale inquieta alcuni investitori: come ha spiegato l’agenzia di rating Fitch,"se Draghi fosse eletto, dovrebbe dimettersi da primo ministro e questo potrebbe portare a elezioni anticipate", ipotesi che "creerebbe instabilità nel breve termine”. D’altra parte, però, Fitch riconosce che Draghi al Quirinale rappresenterebbe “un fattore di stabilità politica per i prossimi sette anni" per l'Italia, soprattutto sul fronte del dialogo con l'Europa.

Di contro, la tedesca Berenberg Bank ipotizza: "se Draghi restasse al suo posto come premier e venisse alla fine eletto un presidente della Repubblica con un’ampia maggioranza”, l’ex presidente della Bce “potrebbe continuare il suo lavoro sulle riforme”, mentre un nuovo premier “non avrebbe lo status internazionale e la popolarità interna di Draghi e potrebbe faticare a mantenere unita l'attuale ampia coalizione in parlamento anche con il sostegno" del neo capo dello Stato. Al cui futuro gli operatori dei mercati guardano quindi con grande interesse.

Quali sono gli scenari più probabili allo stato attuale? Ne abbiamo parlato con Francesco Mantica, chief investment officer di Edmond de Rothschild (Italia).

«I mercati non amano mai l’incertezza, e quindi il rischio principale risiederebbe nell’ipotesi di elezioni anticipate con una visione poco chiara. In caso si arrivi alla scadenza naturale della legislatura, non penso che il mercato possa essere sotto pressione. A oggi pensiamo che la situazione macroeconomica globale abbia più rilevanza di quella politica italiana. Previsioni è difficile farne, ma l’ipotesi che Draghi salga al Quirinale non è da escludere. Se fosse così si dovrà capire se si andrà al voto anticipato: in questo caso sarà possibile vedere un po’ di volatilità, anche se temporanea».

Cosa cambierà nella percezione dell'Italia da parte degli investitori?

«Dopo molti anni di crescita anemica l’Italia non sembra più il fanalino di coda dell’area euro. Il Pnrr e altre misure sono essenziali per gli investimenti sia privati che pubblici e quindi per la crescita. Se mantenessimo nel futuro una crescita in linea con gli altri Paesi europei, questo sarebbe di supporto anche ai mercati finanziari italiani».

Cosa potrebbe succedere ai mercati e allo spread nel breve e nel medio termine?

«A seconda di chi verrà eletto capo dello Stato, ma soprattutto se venisse eletto Draghi, non escludiamo un periodo di volatilità maggiore sia sul mercato azionario che sullo spread dei titoli governativi, che comunque è già aumentato negli ultimi mesi. Sia in caso di elezioni anticipate, sia che si arrivi alla naturale scadenza della legislatura, la paura che l’Italia possa minare la solidità europea dovrebbe essere esclusa a priori e quindi tutta la volatilità sarebbe transitoria. Per il mercato azionario riteniamo che contino di più le prospettive di crescita economica e gli avvenimenti internazionali piuttosto che l’esito delle elezioni del presidente della Repubblica».

E cosa cambierà per i titoli azionari delle principali società italiane?

«L’inizio dell’anno è stato difficile soprattutto per i mercati americani, a causa delle attese per una politica monetaria della Fed più restrittiva. I recuperi dei mercati azionari dall’inizio della pandemia, nella primavera del 2020, sono stati importanti e le valutazioni azionarie a oggi sono generalmente elevate. Ma grazie alla composizione dell’indice italiano, pensiamo che gli investitori abbiano ancora delle opportunità nel medio termine. Il mercato azionario italiano è caratterizzato dalla concentrazione di pochi settori. Il settore bancario e quello energetico, che per anni hanno “zavorrato” il nostro indice, potrebbero rivelarsi invece un traino per il mercato, questo grazie a valorizzazioni ancora sostenibili e alla crescita economica. Non è neanche da dimenticare il settore industriale: anche qui la crescita potrebbe essere di supporto alle valutazioni borsistiche».

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Chiara Merico