EMA
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Economia

Niente Ema a Milano: in fumo 1 miliardo di euro di business

La beffa del sorteggio dopo la parità della seconda votazione ha premiato Amsterdam che sarà la nuova sede della European Medicines Agency

"Non giochiamo per partecipare ma giochiamo per vincere". Parole pronunciate dal presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, quando lanciò la candidatura di Milano a ospitare dal 2019 la sede dell'Ema (European Medicines Agency), l'authority europea che oggi si trova a Londra ed è destinata a traslocare con la Brexit, la fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Ue.

Invece Milano non ce l'ha fatta, non certo per demerito ma per... sfortuna. Dopo essere arrivata prima classificata alla alla seconda votazione, è risultata in pareggio alla terza (la Slovacchia si è astenuta dal voto) e poi (per uno strano regolamento) tra lei e Amsterdam è stata sorteggiata la città olandese. "Veramente un po' assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto. Tutto regolare ma non normale": ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "La monetina - ha aggiunto il governatore Roberto Maroni - è triste. È il paradigma di un'Europa che non sa decidere. Penso occorra assumere qualche iniziativa, vedremo".

Ma perché è così importante ospitare la sede dell'Ema?

Un budget di quasi 300 milioni

La European Medicines Agency è l'agenzia europea del farmaco che ha il compito di coordinare le politiche europee di autorizzazione e commercializzazione dei medicinali. E' appunto un organismo burocratico e amministrativo, più che scientifico, poiché non esegue direttamente  nelle proprie strutture degli esami di laboratorio.

Eppure, si tratta di un'agenzia che, secondo i report stilati sulla sua attività, gestisce ogni anno un budget di quasi 300 milioni di euro, gran parte dei quali vengono coperti dalle fee (commissioni) pagate da chi produce i medicinali.

L'Ema, insomma, è un organismo che all'Italia costerebbe poco e niente, mentre porterebbe in cambio un indotto economico tutt'altro che trascurabile, grazie a una lunga sfilza di fattori che sono stati lungamente elencati negli ultimi giorni. Innanzitutto, dentro l'Ema lavorano 900 persone che oggi vivono a Londra e che, se la prossima sede fosse Milano, dovrebbero trasferirsi in Italia con tanto di coniuge e figli al seguito (si calcola la presenza di altre 450 persone almeno).

Più di 500 conferenze in un anno

Ma l'appeal dell'Ema, in termini di indotto economico, è soprattutto un altro. Ogni anno, l'agenzia europea del farmaco organizza la bellezza di 500 meeting, ai quali partecipa gente di tutto il mondo, addetti ai lavori e diverse autorità scientifiche e accademiche internazionali per un totale stimato di circa 60-65mila persone. Da qui si può ben immaginare quale sia il beneficio economico per Milano, ma anche per l'Italia, in termini di ospitalità alberghiera, consumi nei ristoranti o maggior traffico aereo.

Infine, la presenza dell'Ema nel capoluogo lombardo ha buone chance di essere una calamita anche per le multinazionali del settore farmaceutico, molte delle quali potrebbero decidere di aprire almeno una sede di rappresentanza in Italia, proprio per ragioni di vicinanza con l'authority.

In totale, l'indotto economico portato in dote dal trasloco dell'Ema è calcolato nell'ordine di 1,3 miliardi di euro, anche se si tratta di dati un po' approssimativi. Qualunque sia la cifra esatta, però, una cosa sembra certa: l'arrivo della European Medicines Agency è un buon affare.

Per saperne di più

  • Ema a Milano, l'impegno di Maroni
  • L'Ema e i vaccini
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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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