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Equitalia, ecco come il governo ha in mente di cambiarla

L’ente di riscossione dovrebbe essere abolito per diventare in pratica una costola dell’Agenzia delle entrate. E sulle cartelle in arrivo sconti importanti

Non c’è dubbio che Equitalia, o meglio sarebbe dire la sua abolizione, sia uno dei cavalli di battaglia del presidente del Consiglio Matteo Renzi. È infatti da lungo tempo ormai che il premier annuncia interventi che dovrebbero portare a una radicale trasformazione dell’ente di riscossione che, inutile negarlo, nell’immaginario di tanti, troppi italiani, rappresenta l’espressione più aggressiva e terrorizzante del fisco italiano. Non poteva dunque sfuggire l’occasione dell’approvazione, ormai imminente, della nuova Legge di stabilità, per tornare a cavalcare questo argomento che, sicuramente, nella convinzione dell’inquilino di Palazzo Chigi, farebbe guadagnare non pochi consensi tra gran parte dell’opinione pubblica, che di Equitalia, nel corso degli anni, si è purtroppo fatta l’idea sopra sintetizzata.

Equitalia, abolirla o riformarla?


“Equitalia sarà abolita e si indicherà la creazione di un modello diverso con interventi di riorganizzazione del rapporto cittadino-pubblico ufficiale” ha dunque annunciato, verrebbe da dire ri-annunciato, in queste ore Matteo Renzi. E quale sarebbe, almeno per quello che è dato sapere finora, il modello di riorganizzazione che il governo ha in mente appunto per Equitalia? Innanzitutto l’ente di riscossione verrebbe liquidato e accorpato nel giro di sei mesi all’Agenzia delle entrate della quale diventerebbe dunque una costola. Verrebbe in pratica costituita una sorta di Direzione centrale di riscossione.

Sconti sulle multe, ma il vero problema è Equitalia


Importanti novità anche sul fronte delle cartelle rateizzate ancora da saldare. Secondo il progetto del governo, i contribuenti ancora morosi riceverebbero uno sconto. Per tutti pagamenti emessi fino al 31 dicembre 2016 infatti, scatterebbe infatti una sorta di bonus fiscale, che prevede il pagamento della sola imposta o multa ancora non saldata, insieme ai soli interessi per il ritardato pagamento. Addio dunque tanto alle sanzioni, che rapporesentano solitamente un vero salasso, e anche ai cosiddetti interessi di mora. Ma non finisce qui. Dovrebbe scendere anche il cosiddetto aggio, cioè la parte che Equitalia trattiene per sè per il servizio di riscossione erogato: esso passerebbe dall'attuale 6% al 3%. Secondo stime ancora non del tutto ufficiali stiamo parlando di cartelle emesse o che saranno emesse nelle prossime settimane per un totale di circa 100 miliardi di euro, che se saldate correttamente e usufruendo degli sconti previsti, potrebbero produrre un surplus di gettito erariale stimabile in 4 miliardio di euro. 

Quanti processi contro Equitalia


Tema caldo è poi anche quello dei dipendenti: le resistenze che infatti in questi mesi ha incontrato il progetto di abolizione di Equitalia, dipenderebbero in parte anche da preoccupazioni di carattere occupazionale: da una parte infatti si teme che la riorganizzazione potrebbe portare a dei tagli di personale dei circa 8.000 dipendenti attuali di Equitalia, dall’altro, l’Agenzia delle entrate guarda con una certa apprensione al programma di assorbimento di questi migliaia di nuovi dipendenti. Senza contare che i dipendenti di Equitalia sono attualmente sottoposti al contratto collettivo dei bancari, e mediamente guadagnao meno di quelli dell'Agenzia che invece hanno il contratto colletivo del pubblico impiego.

Addio Equitalia? L’alternativa per molti sarà pagare di più


In ogni caso, la nuova direzione così creata all’interno dell’Agenzia delle entrate tornerebbe ad esercitare il ruolo che un tempo aveva il medesimo ufficio che fu abolito proprio in concomitanza con la creazione di Equitalia che, ricordiamo, è controllata attualmente in parti praticamente uguali da Inps (49%) e dalla stessa Agenzia delle entrate (51%). Le funzioni dunque, resterebbero le stesse, ossia, di riscossione per fisco, enti previdenziali e enti nazionali, in sostituzione appunto di Equitalia. Il vantaggio sarebbe quello di avere un controllo più direttamente “politico” di questa attività, con l’obiettivo, di evitare comportamenti che in questi anni da molti cittadini sono stati vissuti spesso come vere e proprie malversazioni. Staremo a vedere.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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