L'Europa darà il via libera alle Case Green, che dobbiamo pagarci da soli
Approvata con i voti del centrosinistra la norma per gli immobili ad impatto zero entro il 2050 che entrerà in vigore il prossimo 28 maggio
La politica ideologica dell’Unione europea sulla transizione verde vince. Oggi è infatti stata approvata la direttiva sulla casa verde che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Norme, che nonostante gli ultimi aggiustamenti portati avanti dal governo italiano, non hanno cambiato l’impianto impositivo della direttiva che prevede obblighi a carico dei proprietari di immobili. Viene infatti previsto che tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Imposizione che farà ulteriormente salire il prezzo degli immobili, che già nelle grandi città sono del tutto inaccessibili. Inoltre, per gli edifici residenziali si dovrà ridurre l’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Ma non solo, perché la nuova direttiva prevede anche che gli stati membri dovranno ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Ciliegina sulla torta: si dovrà garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione della loro dimensione e in tutti gli edifici residenziali entro il 2030.
Siccome la follia green non ha confini si è anche deciso l’eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili: “A partire dal 2025, sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore”, si legge nella nota del Parlamento. Il tutto spesato dai cittadini. Anche perché è vero che i singoli stati dovranno decidere i mezzi per arrivare a centrare gli obiettivi, ma più che concedere bonus, soprattutto l’Italia, non potranno fare. Inoltre, vista l’esperienza negativa del superbonus, l’unica agevolazione fiscale sarà la detrazione in 10 anni e questo implica un anticipo totale della somma da spendere. Da ricordare inoltre come la struttura dei bonus non potrà essere particolarmente generosa visto che si dovranno rispettare anche i vincoli di bilancio imposti dall’Ue.
Per noi la situazione risulta inoltre essere ancora più drammatica perché, come spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani “le specificità del nostro patrimonio immobiliare sono note, così come quelle di chi lo detiene (piccoli proprietari, spesso in condominio). Occorre pensare a una distribuzione equilibrata nel tempo degli interventi e ad adeguate misure economiche e fiscali di sostegno. Il tutto, senza dimenticare che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il green: quella del miglioramento sismico degli edifici". Dettagli non trascurabili quando si devono ristrutturare delle case in chiave green. Anche perché puoi avere la casa più verde al mondo ma se abiti in una zona sismica la priorità è la sicurezza dell’edificio e delle persone che ci vivono, non tanto l’avere o meno gli impianti solari sul tetto di casa.
L’unico aspetto positivo di questa follia verde è il fatto che per diventare legge, la direttiva dovrà essere approvata formalmente anche dal Consiglio dei ministri Ue, il che da ancora del tempo per poter porre rimedio alle storture attualmente presenti nella norma. A confermare ciò anche l’eurodeputata Isabella Tovaglieri della Lega, componente della commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo che puntualizza come “ci impegniamo fin d’ora a continuare la nostra battaglia per arrivare a una revisione della direttiva nel 2028: serve un cambio di rotta, una nuova maggioranza di centrodestra in Europa, con più concretezza e meno ideologia”. Una nuova maggioranza che passa dalle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno per cambiare l’attuale, guidata da Ursula von der Leyen.