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Fideuram-ISPB, più di mezzo secolo di progetti

«Le 55 candeline che Fideuram-ISPB spegnerà il prossimo 2023 fotografano un periodo di cambiamento e di crescita, improntato allo sviluppo all’estero, alla progettazione digitale e all’attenzione nei confronti dell’economia reale» racconta a Panorama, l’amministratore delegato Tommaso Corcos.

In totale di 322 miliardi di masse gestite e oltre 6.600 private banker divisi in cinque reti. Proventi operativi netti per 1.749 milioni e risultato netto pari a 750 milioni nei primi nove mesi del 2022. Questi sono solo alcuni dei numeri di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking, che il prossimo anno spegnerà 55 candeline. Un traguardo di cui Panorama ha parlato con Tommaso Corcos, amministratore delegato e direttore generale.


Tommaso Corcos è l’a.d. di Fideuram-ISPB.

Come affrontate l’anniversario in arrivo?

Questo compleanno fotografa un periodo di cambiamento e crescita: continuiamo a progettare e a investire sia attraverso lo sviluppo all’estero, sia attraverso la trasformazione Esg: siamo stati tra i primi gruppi di private banking ad aderire alla Net zero asset managers iniziative. Senza dimenticare l’attenzione verso l’economia reale e lo sviluppo digitale, come dimostrano la nascita di Fideuram Direct, la nuova piattaforma di Digital Wealth Management destinata ai risparmiatori e ai trader lanciata il 30 settembre e Alpian, la prima banca private digitale svizzera, con una piattaforma unicamente mobile che fornisce servizi multi valuta, di wealth management e consulenza finanziaria.

Partiamo dall’internazionalizzazione: quali sono i vostri nuovi mercati?

Abbiamo portato avanti due iniziative di sviluppo, una in Svizzera e una in Lussemburgo. In Svizzera, dove abbiamo rilevato il 69 per cento di Reyl e un external asset management (1875 Finance), siamo cresciuti in modo importante nel mondo del private banking. Essere presenti su quella piazza significa essere testati quotidianamente da una clientela di alto profilo e sempre più sofisticata, anche perché Reyl ha ramificazioni a Londra, Dubai, Singapore e Malta. In Lussemburgo, invece, abbiamo rilevato la Compagnie de Banque Privée Quilvest (CBPQ) per rivolgerci sia alla clientela locale sia a quella off-shore. In totale, fra i due Paesi, ci avviciniamo velocemente ai 50 miliardi di masse.

Il gruppo punta molto sui giovani.

Assolutamente sì, tanto da aver creato il programma di inserimento Generation Z: il lavoro del private banker è uno dei più belli al mondo perché ti dà l’opportunità di conoscere, studiare e approfondire davvero settori diversi fra loro. Quest’anno abbiamo inserito 150 under 35, per un terzo donne e, grazie a questo, abbiamo risposto all’inevitabile processo di invecchiamento delle reti, dove l’età media dei consulenti è di 52 anni.

Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking si occupa anche di sostenere l’economia reale attraverso investimenti in imprese non quotate.

Un progetto che si è sviluppato a partire dal 2016. Gli investimenti nei mercati privati sono caratterizzati da minore liquidità, ma offrono importanti opportunità di diversificazione e rendimento. In questo ambito abbiamo sviluppato una gamma specifica di prodotti ma soprattutto abbiamo portato avanti un importante lavoro di formazione per mettere in condizione la rete di supportare la clientela con una consulenza di alto valore, perché questo genere di investimenti funziona se l’investitore comprende correttamente ambito di applicazione e caratteristiche.

Quali novità nel campo della digitalizzazione?

Il processo di digitalizzazione si basa su due elementi: dare un servizio sempre migliore e far crescere l’efficienza produttiva. La nuova frontiera è investire per raggiungere la clientela più giovane. Per questo abbiamo lanciato Fideuram Direct, che offre una delle migliori piattaforme di trading per chi vuole investire da solo.

Quanto pesano per voi i criteri Esg (governance, ambiente e sostenibilità) e la transizione ecologica?

Cerchiamo di essere sempre più protagonisti nel campo degli investimenti Esg, tanto che questi criteri sono diventati centrali nella scelta dei prodotti finanziari da offrire ai clienti, ma lavoriamo anche per migliorare al nostro interno: per questo abbiamo lanciato un progetto per misurare il nostro profilo di impatto rispetto ai criteri Esg e definire gli obiettivi. L’ambito del progetto riguarda sia le pratiche interne e i dipendenti, sia l’approccio esterno verso i clienti e i fornitori.

Avete lanciato anche un programma di formazione per over 40 alla ricerca di un nuovo posto di lavoro.

In collaborazione con Talent Garden prima abbiamo implementato un piano per accelerare le competenze digitali interne, poi abbiamo lanciato Digital Restart: un programma che prevede l’erogazione di borse di studio a disoccupati over 40 che stanno cercando di riqualificarsi. Siamo partiti dalla Lombardia, ma puntiamo a estendere l’esperienza ad altre regioni, magari in partnership con altre aziende. È appena stata lanciata la terza edizione, complessivamente sono state coinvolte 75 persone con un tasso di assunzione dell’80 per cento.

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Emanuela Meucci