Fisco: tutte le misure anti-evasione del 2017
Da quest’anno scattano nuove norme che renderanno più semplice lo scambio di informazioni fiscali tra Paesi diversi
Il 2017 appena iniziato potrebbe essere il primo vero anno nero per i grandi evasori internazionali. Dallo scorso primo gennaio infatti sono diventati operativi alcuni accordi di carattere mondiale che renderanno molto più semplice e agile lo scambio di informazioni fiscali tra Paesi diversi. Una sorta di svolta storica che al momento riguarda la grande maggioranza degli Stati più sviluppati, anche se con il tempo dovrebbe allargarsi alla totalità delle nazioni. Due sono in particolare gli strumenti che dovrebbero permettere un più efficace contrasto a chi intendesse evadere il fisco del proprio Paese appoggiandosi magari conti correnti di banche di realtà internazionali.
Tasse più basse, meno evasione: siamo sicuri che basti?
La prima misura in questione va sotto il nome di Crs, ovvero Common reporting standard. Si tratta di un sistema automatico di condivisione di dati personali di ogni singolo contribuente che decida di effettuare operazioni di carattere economico e finanziario in un Paese che aderisce allo scambio di informazioni. In pratica quello che si ottiene è una sorta di vera e propria radiografia del profilo fiscale del soggetto in questione a cui dunque risulterà difficile nascondere qualsiasi movimento di capitali. Si va dalle informazioni finanziarie sui saldi di conto corrente, comprensivi di interessi e dividendi, ai ricavi dall’eventuale vendita di asset che siano transitati per i conti stessi. Oppure ancora sarà possibile ottenere i dati del titolare di un conto, con annesso numero identificativo, e quelli della banca presso cui giace il conto stesso, con saldo e movimentazioni eseguite. Insomma, nulla dovrebbe, è sempre meglio usare il condizionale in questi casi, più sfuggire alla macchina del fisco, che avrà dunque tutti gli elementi necessari per scovare eventuali evasori.
Lotta all’evasione, scatta la caccia ai capitali all’estero
Ma le novità non finiscono qui. Perché in aggiunta al Crs, i Paesi aderenti agli accordi internazionali, potranno fare conto anche sulle nuove norme antiriciclaggio. In questo senso, l’Unione europea in particolare, ha approvato recentemente una direttiva specifica che permette l’utilizzo di banche dati per stabilire gli effettivi titolari di eventuali rapporti finanziari, anche in presenza di trust, per individuare in questo modo l’esistenza di possibili prestanome o strutture interposte che hanno lo scopo specifico di agevolare l’evasione fiscale. Come si vede dunque si tratta di una vera e propria manovra a tenaglia che potrebbe scattare intorno agli evasori fiscali.
Evasione all'estero: perché non siamo riusciti a vincerla
Una questione questa di scottante attualità nel nostro Paese, che da anni ormai, cerca di combattere una guerra, finora sempre persa, con chi trasferisce illegalmente all’estero capitali finanziari. Ora le maglie si faranno decisamente più strette, e chi intende mettersi in regola prima che arrivino i provvedimenti giudiziari, ha ancora poco tempo per farlo. È il caso di ricordare infatti che nel nostro Paese è stata concessa una nuova finestra temporale ai vecchi evasori attraverso la cosiddetta volontary disclosure 2, che dà tempo fino al 31 luglio prossimo per mettersi in regola. Poi, il combinato disposto di Crs e norme antiriciclaggio potrebbe non dare più scampo a nessun evasore. O almeno, questo è quello che le nuove norme promettono. Staremo a vedere.