Torlizzi: «Le bollette caleranno ma l'emergenza non è finita»
Sono settimane ormai che al mercato Ttf della Borsa di Amsterdam le quotazioni scendono. Ed è ovviamente un bene, non solo per le bollette
Il calo costante del prezzo del gas fa tirare un sospiro di sollievo a imprese e famiglie. Ma attenzione ad abbassare la guardia. «Le bollette caleranno già da febbraio, ma è ingenuo pensare che il peggio sia passato e la strada sia in discesa», avverte Gianclaudio Torlizzi co-fondatore di T-Commodity.
Nella seduta di ieri (19 gennaio) il valore del combustibile era poco sopra i 60 euro per Megawattora e le previsioni evidenziano una media nei prossimi mesi intorno ai 70 euro al megawattora.
«Il motivo per cui il gas sta scendendo è ascrivibile innanzitutto a un fattore legato al meteo, le temperature stagionali molto più alte della media ha contribuito a rallentare i consumi. – spiega Torlizzi – A questo si accompagna una condizione di rallentamento del comparto manufatturiero (che già stava emergendo nel quarto trimestre del 2022) per effetto del forte rialzo dei prezzi dell’energia durante l’estate. E questo rialzo folle dei prezzi è stato alimentato da un approccio speculativo della Commissione Europea che, per comprensibile timore di trovarsi con scorte particolarmente basse in inverno, ha gestito male la questione dando semaforo verde ai Paesi europei di stoccare gas come non ci fosse domani e quindi creando le condizioni per un’impennata di natura speculativa sui prezzi».
Il raggiungimento di un livello di scorte molto alto (ottenuto strapagandolo), sommato a minori consumi per un meteo favorevole e un rallentamento del comparto manifatturiero hanno dato il via a una discesa importante del prezzo del gas nel benchmark olandese. Si è arrivati a scambi intorno a 50 euro al megawattora.
«Dovremmo essere molto vicino al fondo, perché siamo arrivati al punto in cui conviene di piùusare gas che carbone per la generazione energia elettrica. È bene ricordare che è probabile che questa discesa del prezzo del gas termini, comunque, su un livello molto più alto rispetto alla fasepre-pandemica. – continua Torlizzi - Cioè nel quinquennio 2015-2020 la media del prezzo del gas si era assestata intorno a 16 euro al megawattora, a fronte della media degli 88 euro al megawattora del 2021-2022. Quindi si pone un problema cruciale di come aiutare nel lungo termine i settori energivori, perché si rischia che le aziende di questi settori non trovino più conveniente restare inEuropa e cerchino altre aree, in cui il costo dell’energia è più basso».
Il prezzo del gas è sceso nelle ultime settimane di circa il 30% e da febbraio questa percentuale si vedrà nelle bollette del gas. «Ci sarà un miglioramento del prezzo del costo in bolletta, ma parliamo del mercato tutelato, che rappresenta circa un terzo delle utenze. Le altre sono a mercato, quindi per queste imprese e famiglie il calo della bolletta dipenderà dal contratto che hanno, non da Arera», avverte Torlizzi.
Le bollette dell’elettricità dovrebbero assistere a un raffreddamento anche se più lento rispetto a quelle del gas. Stiamo assistendo a una discesa del Pun (Prezzo Unico Nazionale), il prezzo di riferimento all'ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana. «Ma anche sul Pun ci stiamo stabilizzando su livelli molto elevati – evidenzia Torlizzi –Non siamo ai picchi dei 700 euro al megawattora di agosto 2022, ma siamo a 185 euro al megawattora e nel periodo pre-pandemia il Pun oscillava tra 80 e 10 euro al megawattora».
La tregua per famiglie e imprese sarà duratura? C’è il rischio che in primavera-estate si riparta con la caccia allo stoccaggio e quindi i prezzi tornino a salire? Qui entra in gioco la Cina, che nello scorso anno è stata assente dal mercato per la politica dello Zero Covid.
«Ora che riapre sarà interessante vedere come si riaffaccerà sul mercato. È chiaro che Pechino sta beneficiando della guerra in Ucraina, perché la Russia sta dirottando lì il petrolio e parte del gas destinato all’Europa. E Pechino lo paga a sconto. Questo potrebbe frenare la Cina da entrare pesantemente sul mercato del gas liquefatto», continua Torlizzi che evidenzia anche la questione clima e rinnovabili. Oggi basta in Europa una siccità improvvisa o un fenomeno imprevisto che crea un deficit alle fonti rinnovabili e si deve subito aumentare i consumi di gas.
«Quando l’Europa tra quattro, cinque anni, avrà raggiunto una sua ridondanza energetica, cioè avrà garantito un parco fornitori ampio e vasto e magari sviluppato una sua capacità interna (ricordiamo che in Olanda c’è un giacimento di gas non usato per ragioni ambientali che avrebbe una capacità di 50 miliardi di metri cubi annui), la situazione sarà meno instabile. Se l’Europa si svegliasse e iniziasse a considerare il proprio territorio come potenziale soggetto di fonte di provvigionamento, a quel punto le tensioni sui mercati energetici verrebbero fortemente ridimensionati» conclude Torlizzi.