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Economia

I costi economici del terrorismo

Dal 2000 ad oggi sono aumentati di dieci volte, e il rischio è che salgano ancora

"L'espansione dello Stato Islamico e di Boko Haram ha portato i costi umani ed economici del terrorismo alle stelle", ha commentato con amarezza il canale americano CNBC dopo aver dato un'occhiata alle ultime statistiche pubblicate in materia.

Tra il 2013 e il 2014, il numero delle vittime del terrorismo è cresciuto niente meno che dell'80 per cento. Secondo il Global Terrorism Index compilato dall'Institute for Economics and Peace di New York siamo passati da 18,111 a 32,658 morti, con Isis e Boko Haram responsabili del 51 per cento degli attacchi. Iraq e Nigeria sono i paesi più colpiti da questo triste fenomeno, seguiti da Afghanistan, Iraq, Pakistan e Siria. In queste nazioni si concentrano il 78 per cento delle vittime e il 57 degli attacchi.

I costi economici del terrorismo sarebbero invece aumentati di ben dieci volte dal 2000 ad oggi, e del 61 per cento dal 2013 al 2014. In valori assoluti, parliamo oggi di poco meno di 53 miliardi di dollari, calcolati considerando il valore delle infrastrutture distrutte e i flussi di investimenti in uscita dai paesi a rischio. Se poi si considera che dieci delle undici nazioni più colpite dal terrorismo a livello globale sono anche i principali responsabili dell'enorme flusso di rifugiati che ci ritroviamo a gestire oggi, i costi reali del terrore diventano incalcolabili.

Infine, se in Occidente le molle del terrorismo vengono attivate da situazioni di emarginazione, disoccupazione e criminalità e il 70 per cento degli attacchi continua ad essere messo a segno da fanatici "lupi solitari", nel resto del mondo il terrorismo esplode in genere in contesti già violenti e caratterizzati da corruzione e povertà diffusi. 

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Hasna Aitboulahcen, la kamikaze che si è fatta esplodere durante il blitz della polizia a Saint Denis, Parigi, il 18 novembre 2015
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Claudia Astarita

Amo l'Asia in (quasi) tutte le sue sfaccettature, ecco perché cerco di trascorrerci più tempo possibile. Dopo aver lavorato per anni come ricercatrice a New Delhi e Hong Kong, per qualche anno osserverò l'Oriente dalla quella che è considerata essere la città più vivibile del mondo: Melbourne. Insegno Culture and Business Practice in Asia ad RMIT University,  Asia and the World a The University of Melbourne e mi occupo di India per il Centro Militare di Studi Strategici di Roma. Su Twitter mi trovate a @castaritaHK, via email a astarita@graduate.hku.hk

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