Il Reddito di cittadinanza secondo la Lega
Il partito di Salvini è contrario al sussidio proposto dall’M5S. Ma una mediazione è in teoria possibile, partendo dall’esperienza della Lombardia
“Studierò la proposta del Movimento 5 Stelle del Reddito di cittadinanza”. Parola del segretario della Lega, Matteo Salvini, che ha lasciato così uno spiraglio a un accordo con la forza politica guidata di Luigi Di Maio, l’altro grande vincitore delle ultime elezioni politiche del 4 marzo.
Si tratta di una piccola apertura che, per quanto un po’ strategica, segna un leggero cambio di rotta rispetto alle dichiarazioni delle scorse settimane, quando Salvini ha parlato del Reddito di Cittadinanza come di un progetto culturalmente sbagliato. Ma esiste la possibilità di una mediazione tra la Lega e i 5 Stelle su questo tema? Una prima risposta l’ha data Claudio Borghi, che del partito di Salvini è un esponente di spicco, essendone il responsabile economico.
Modello lombardo
Borghi, che come Salvini ritiene preferibile un’ eventuale intesa con il Movimento 5Stelle piuttosto che con il Pd, ha indicato un possibile punto d’incontro. In Lombardia, la giunta regionale guidata da anni dalla Lega ha creato uno strumento di lotta alla povertà che è ben diverso dal Reddito di Cittadinanza pentastellato ma che potrebbe rappresentare una base da cui partire per un accordo.
Si chiama Reddito di autonomia e di inclusione ed è, più che un vero e proprio sussidio, un insieme di misure a sostegno delle famiglie che si trovano al di sotto della soglia di povertà o che vivono situazioni di particolare disagio.
Contributi a famiglie, anziani, disabili e disoccupati
Alle famiglie che hanno un figlio neonato e reddito annuo al di sotto dei 20mila euro (calcolato secondo i criteri Isee), la Regione Lombardia eroga un contributo di 1.800 euro, in due tranche semestrali. Un altro contributo di 1.800 euro per la frequenza di corsi di formazione viene dato a chi è disoccupato da oltre 36 mesi.
Agli anziani e disabili non autosufficienti viene invece concesso un voucher fino a 480 euro al mese per un anno. Infine, sempre per le fasce della popolazione meno fortunate, sono previste esenzioni totali dalle rette degli asili nido e dai superticket. Si tratta dunque di un insieme di sussidi ben più modesti rispetto ai 780 euro mensili a testa promessi ai poveri dal Movimento 5 Stelle.
Non va dimenticato però che il Reddito di autonomia e inclusione è un ammortizzatore sociale finanziato con i soldi di una Regione, che ha ovviamente molte risorse in meno rispetto allo stato centrale. Chissà dunque se, mettendo un po’ più di soldi in questi sussidi, il modello di welfare lombardo può portare davvero a un accordo di governo tra Lega e M5S.
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