Ilva, chi sono gli italiani che vogliono comprarla
Cassa Depositi e Prestiti, Del Vecchio e Arvedi. Ecco la cordata nazionale per rilevare le acciaierie di Taranto
Due soci finanziari e uno industriale. E' questo, in sintesi, l'identikit della cordata italiana che si candida a rilevare l'Ilva, il polo siderurgico nazionale da anni in crisi e alla disperata ricerca di compratori. Ma ecco, di seguito, una panoramica su chi sono i tre soggetti (Cdp, Delfin e Arvedi) che vogliono acquisire l'Ilva tramite una società neo-costituita (newco) che si chiama Acciaitalia.
Cdp
La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) guidata da Claudio Costamagna dovrebbe detenere una quota del 45% nella newco Acciaitalia. Si tratta ovviamente di un socio finanziario che già possiede già diverse partecipazioni in aziende strategiche del made in Italy. Il capitale della Cdp è controllato all'80% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze e per il 20% da alcune fondazioni bancarie.
Anche Del Vecchio nella partita
Nella cordata che vuole rilevare l'Ilva, c'è anche Delfin, la holding lussemburghese creata da Leonardo del Vecchio, patron e fondatore di Luxottica. Secondo le indiscrezioni trapelate sinora, a Delfin dovrebbe spettare una quota del 35% della newco Acciaitalia.
Arvedi
E' il vero socio industriale della cordata, anche se dovrebbe avere una quota di appena il 20% della newco. Si tratta di un gruppo siderurgico con oltre 2 miliardi di euro di fatturato. E' stato fondato da Giovanni Arvedi, imprenditore di un famiglia di antica tradizione nel settore della lavorazione e commercio dei metalli. Arvedi è ideatore di un progetto ambientale e industriale per risanare e rilanciare l'Ilva e dovrebbe rilevare la gestione operativa degli impianti di Taranto, Genova e Novi Ligure, in sinergia con le sue acciaierie di Trieste e Cremona.
Il piano
Gli aspiranti compratori italiani dovranno vedersela con la concorrenza di un'altra cordata formata dalla multinazionale ArcelorMittal e dal gruppo Marcegaglia. Il piano di risanamento messo in piedi da Acciaitalia sarà probabilmente finanziato con un prestito obbligazionario a cui saranno chiamate a partecipare le banche creditrici dell'Ilva, in primis Intesa San Paolo.