Ilva, tutti i problemi posti dall'Antitrust europea
A Bruxelles temono che l’acquisizione di ArcelorMittal possa influire sul prezzo dell’acciaio. E poi c’è il nodo degli aiuti di Stato
Sulla strada del rilancio dell’Ilva dopo l’acquisizione da parte della cordata ArcelorMittal, si frappone ora un uovo e insidioso ostacolo: l’Antitrust europea infatti ha deciso di puntare la propria attenzione su questa operazione, per verificare se ci siano elementi che possano condurre a una diminuzione della concorrenza.
In sostanza, la commissaria Ue Margrethe Vestager ha deciso di aprire un’indagine approfondita sulla vicenda perché teme, in particolare, che si possa arrivare a un aumento dei prezzi per i prodotti piani di acciaio al carbonio, usati dalle imprese: dall'edilizia al settore auto sino alle tubature.
E questo senza contare che la stessa Antitrust ha già aperto un fascicolo sull’Ilva riguardante gli aiuti di Stato. Ma andiamo per ordine.
Prezzi dell’acciaio sotto controllo?
Per evitare possibili degenerazioni della concorrenza, in queste ore a Bruxelles hanno deciso di studiare attentamente l'impatto del progetto di ArcelorMittal di acquistare Ilva sui mercati dell'acciaio. L'indagine iniziale svolta dai servizi dell’Antitrust europea ha infatti messo in luce vari aspetti problematici per i prodotti piani di acciaio al carbonio laminati a caldo, laminati a freddo e zincati.
Il rischio in sostanza, fanno sapere dalla Commissione Ue, è che soprattutto i clienti dell'Europa meridionale, tra cui molte piccole e medie imprese, restino vittime di un aumento incontrollato dei prezzi. La commissaria Vestager intende poi valutare se ci possano essere effetti anche su offerta e prezzi di altri prodotti come l'acciaio a rivestimento metallico utilizzato per gli imballaggi.
La posizione di Arcelor Mittal
In realtà, già lo scorso 19 ottobre ArcelorMittal aveva presentato una serie di impegni per rispondere ad alcune delle riserve preliminari della Commissione europea. Impegni che però evidentemente a Bruxelles non sono stati valutati sufficienti. Da qui l’avvio dell’indagine che durerà 90 giorni, ovvero fino al 23 marzo 2018, quando sulla vicenda sarà adottata una decisione definitiva.
In ogni caso ArcelorMittal ha assicurato da parte sua di essere pronta a proseguire il dialogo con Bruxelles per raggiungere un'approvazione per l’acquisizione il più rapidamente possibile, anche perché sul tappeto resta un’altra scottante questione, ovvero quella degli aiuti di Stato.
Aiuti di Stato
A prescindere infatti dalla decisione che nei prossimi mesi adotterà l’Antitrust dell’Unione sulla vicenda della concorrenza, la stessa commissaria Verstager ha già aperto sul proprio tavolo un altro fascicolo che riguarda sempre l’Ilva. Si tratta dell’indagine, avviata già da qualche tempo, sugli aiuti di Stato ricevuti negli ultimi anni dall’ex impresa della famiglia Riva.
Un'indagine questa tra l’altro dovuta, in quanto legata alla procedura d'infrazione Ue in materia ambientale, anche questa aperta da anni e la cui chiusura è legata agli impegni del piano industriale. Insomma, gran parte del destino dell’Ilva sembra si deciderà a Bruxelles, e non è un caso allora che ArcelorMittal ci abbia tenuto ad assicurare che continuerà a lavorare in stretto contatto e in modo costruttivo con l'Ue. Staremo a vedere.