Imprenditori, ricchi, di successo, espatriati
Della vendita della Alliance Boots agli americani Stefano Pessina non verserà un euro al fisco italiano: risiede infatti a Monte-Carlo. Come tanti imprenditori che vivono nel principato o in Svizzera.
Il «colpaccio» dell’imprenditore abruzzese Stefano Pessina, che ha appena venduto il 45 per cento della sua catena internazionale di farmacie Alliance Boots all’americana Walgreens per 6,7 miliardi di dollari in azioni della società acquirente, avrà forse contribuito all’orgoglio nazionale, ma nulla di tangibile ne verrà al Paese. Neppure un euro di quest’operazione finirà nelle casse dell’Agenzia delle entrate.
Pessina è infatti residente da molti anni a Monte-Carlo e paga le tasse lì, come fanno, in vari paesi, diversi nostri connazionali che compaiono nelle classifiche dei più ricchi: dall’industriale dolciario Michele Ferrero al produttore di occhiali Leonardo Del Vecchio, dall’armatore Gianluigi Aponte all’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. Qualcuno, beninteso, paga tasse anche in Italia, ma solo sui redditi prodotti qui e con aliquote stabilite da accordi bilaterali, in genere più basse di quelle che il fisco italiano applica ai contribuenti normali.
Ciascuno di loro ha una storia diversa e diverse motivazioni con cui spiegare la scelta di non risiedere in patria. Alcuni vivono da molti anni in Svizzera, nel principato di Monaco o in Argentina (è il caso del patron della Techint, Gianfelice Rocca) e in quei paesi hanno costruito business e pezzi della propria esistenza. È un fatto, tuttavia, che quando si tratta di impartire lezioni su come vanno o dovrebbero andare le cose in Italia alcuni di questi imprenditori danno l’idea di sentirsi a tutti gli effetti italiani. E tali sono considerati anche in giro per il mondo, tanto che nelle classifiche dei paperoni pubblicate dal giornale americano Forbes accanto al loro nome compare regolarmente la bandierina tricolore. Solo che alla colonna della residenza ce n’è una diversa.