Indesit-Whirlpool: quanti licenziamenti e quali soluzioni
La multinazionale degli elettrodomestici vuol tagliare più di 2mila posti. Solo un nuovo piano può salvare la situazione
Altro che 1.300 esuberi come sembrava fino a un mese fa. Le persone che lavorano per la Indesit e che ora rischiano di perdere il posto sono ben 2.059. Il gruppo Whirlpool, che oggi controlla l'azienda dopo averla comprata dalla famiglia Merloni nel 2014, parla invece di circa 1.750 esuberi. Nel calcolo dei posti di lavoro persi, infatti, va tenuta in conto l'assunzione di 280 addetti per la sede di Varese, dove potrebbero trasferirsi altri dipendenti della società residenti in Lombardia. Qualunque sia la cifra giusta, però, una cosa resta certa: per il personale del gruppo Whirlpool-Indesit non tira proprio una bella aria.
Esuberi Whirlpool: si apre il tavolo governo-azienda-sindacati
Il governo, per adesso, sembra spiazzato dalle decisioni della multinazionale statunitense e si è limitato a una reazione stizzita. E' quella del ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che ha da tempo definito “inqualificabile” l'annunciato piano di tagli al personale. Peccato, però, che all'orizzonte si vedano ben poche soluzioni. Il grosso dei licenziamenti si concentrerà negli stabilimenti di Carinaro (Caserta) dove sono in agenda più di 800 licenziamenti e nel centro di sviluppo di None (Torino). Questi esuberi, che provocheranno un taglio complessivo di oltre 1.300 posti, sono già noti da metà aprile. Negli ultimi giorni, però, è arrivata un'altra pessima notizia. Tra il personale impiegatizio, ci saranno altri 480 tagli: 200 a Comerio (Varese), 200 a Fabriano, dove aveva il proprio baricentro la vecchia Indesit dei Merloni, altri 80 nella sede di Milano che sembra praticamente destinata alla chiusura definitiva.
Indesit, perché Whirlpool se l'è comprata
L'azienda ha fatto sapere che i tagli fanno parte della strategia di rilancio della vecchia Indesit, acquisita lo scorso anno con l'obiettivo di creare il più grande polo europeo per la produzione di piani cottura. In realtà, gli esuberi annunciati sono molti di più dei ai 940 previsti tra il 2013 e il 2014 dal "Piano Italia", un accordo di programma raggiunto tra Indesit e i sindacati, prima che l'azienda finisse nell'orbita degli statunitensi Ora, il governo si dice pronto a convocare un tavolo con le parti sociali ma chiede come precondizione che la società cambi il piano degli esuberi e si dichiari disposta ad avviare le trattative. Per adesso, però, dai vertici italiani di Whirlpool non è arrivata alcuna parola conciliante, almeno sulla chiusura dello stabilimento di Carinaro, considerata inevitabile.
Indesit, i Merloni lasciano: storia di una dinastia
Una soluzione tampone potrebbe essere il trasferimento nella sede di Napoli di alcuni dipendenti impiegati a Carinaro. Si tratterebbe però di una manovra di piccolo cabotaggio che certo non risolverebbe tutti i problemi. Il piano di licenziamenti riguarda infatti diverse sedi italiane della Whirlpool. Per cercare una soluzione davvero efficace, bisognerebbe probabilmente cercare una solida sponda dall'altra parte dell'Atlantico, visto che i tagli al personale sono stati decisi in gran parte dai vertici americani della multinazionale. Non a caso Marco Bentivogli, segretario generale della Fim, la confederazione dei metalmeccanici della Cisl, chiede di convocare al tavolo delle trattative un rappresentante del board statunitense di Whirlpool. Comunque vadano a finire le cose, sembra davvero passato un secolo da quando il premier Matteo Renzi, nell'estate scorsa, definì un'"operazione fantastica" l'acquisizione di Indesit da parte del colosso statunitense degli elettrodomestici.