Produzione industriale dell’Eurozona ferma a ottobre: la ripresa è ancora lontana
I dati Eurostat registrano crescita zero su base mensile e un calo dell’1,2% su base annua. L’eterogeneità tra Paesi e i nodi strutturali frenano il rilancio
Crescita zero per la produzione industriale dell’Eurozona e la ripresa non è ancora visibile. I dati di ottobre diffusi da Eurostat mostrano un incremento nullo su base mensile, in linea con le attese del mercato e un miglioramento rispetto al calo dell'1,5% registrato a settembre. Tuttavia, su base annua, la produzione ha segnato un decremento dell'1,2%, un dato meno negativo rispetto al -2,2% di settembre e migliore delle previsioni degli analisti, che stimavano un calo dell'1,9%. Ma la fragilità del sistema produttivo è sotto gli occhi di tutti.
L'andamento della produzione industriale tra i diversi Paesi dell’Eurozona mette in luce una spaccatura evidente. Germania, Francia e Paesi Bassi hanno riportato dati mensili negativi, l'Italia ha registrato un mese di stagnazione, mentre la Spagna si è distinta come unico Paese con una crescita positiva. Questi risultati eterogenei indicano che il settore industriale non ha ancora trovato una traiettoria di ripresa comune. A pesare sono fattori strutturali e congiunturali: i costi energetici ancora elevati, la debole domanda da parte della Cina, l'aumento del costo dei finanziamenti per nuovi investimenti e una spesa dei consumatori interni sempre più prudente.
Nell’Unione Europea a 27, i dati appaiono leggermente più incoraggianti. Su base mensile, la produzione industriale è aumentata dello 0,3% dopo il calo dell'1,4% di settembre, segnalando una certa resilienza. Su base annua, il calo è stato dello 0,8%, meno grave rispetto al -1,8% del mese precedente. Questo divario tra Eurozona e UE a 27 riflette probabilmente l'influenza di Paesi esterni all’area euro che hanno mostrato maggiore adattabilità a un contesto economico instabile.
A livello settoriale, i dati indicano una diminuzione nella produzione di energia, beni durevoli e beni di consumo, evidenziando una contrazione della domanda interna e una maggiore vulnerabilità alle fluttuazioni dei costi energetici. L’unico segmento in crescita è stato quello dei beni strumentali.
La fragilità dell’industria europea è stata sottolineata anche dalla Banca Centrale Europea, che ieri ha di nuovo tagliato i tassi di interesse per stimolare l'economia e ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita. Nonostante il calo annuo meno grave rispetto alle previsioni, i segnali di ottobre non lasciano intravedere una ripresa immediata. La sfida principale resta quella di affrontare gli ostacoli strutturali, per uscire da una debolezza produttiva di oltre due anni.