Intesa Sanpaolo: e se Giovanni Bazoli festeggiasse gli 80 anni mandando tutti a quel Paese?
Una lettera al «Corriere della sera», un intervento sulla «Stampa», l’annuncio di un anticipo del rinnovo dei vertici di Intesa. L’attivismo del presidente del consiglio di sorveglianza della banca, ha insospettito più di un commentatore. Qualcuno ipotizza una sua uscita di scena. Ma che accadrebbe?
E se Giovanni Bazoli si stufasse, mandasse tutti a quel paese e come regalo per l’80° compleanno, il 18 dicembre prossimo, si donasse il lusso di non ricandidarsi alla presidenza del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo? La maionese impazzirebbe: la delicata maionese politica che ha tenuto finora insieme quel caleidoscopio di poteri cui è legata la grande banca, tra le due fondazioni-guida, la Compagnia di Sanpaolo a Torino e la Fondazione Cariplo a Milano, e le loro molte anime interne (compresa quella leghista), si destabilizzerebbe.
Forse trascinando con sé l’equilibrio, ancora più instabile, tra i soci della Rcs. L’altro «grande vecchio», Giuseppe Guzzetti, alla testa della fondazione milanese, resisterebbe: ma per quanto da solo? E i partiti tenterebbero l’assalto alla diligenza bancario-editoriale. Non che oggi ne siano sideralmente lontani, ma le decisioni vere le hanno sempre prese i due «grandi vecchi», telefonandosi, vedendosi, parlando con il capo-azienda, e semmai consultando il loro vecchio amico e sostenitore Enrico Salza.
La maionese impazzirebbe perché, per esempio, il ministro del Lavoro Elsa Fornero potrebbe candidarsi al posto di Bazoli, al quale peraltro era parsa un paio d’anni fa una perfetta sostituta. Impazzirebbe perché il presidente della Compagnia di Sanpaolo Sergio Chiamparino potrebbe a sua volta farsi avanti. Impazzirebbe perché Roberto Maroni e Roberto Cota, il segretario nazionale della Lega e il governatore leghista piemontese, non sono così contenti di avere una decina di membri nei due consigli delle rispettive fondazioni e non contare niente nella banca.
Tra l’altro, il nuovo consiglio di sorveglianza di Intesa dovrà a sua volta rinnovare il consiglio di gestione, dove il presidente Andrea Beltratti non ha convinto nessuno e si dice sarà sostituito, forse da Gianmario Gros Pietro... E nel consiglio di gestione ci sarà da pilotare l’ingresso di altri manager, oltre al capo-azienda Enrico Cucchiani. E se i direttori generali Gaetano Miccichè e Carlo Messina sono dati per certi, resta da capire chi potrebbe affiancarli. Per queste ragioni, Bazoli non si concederà riposo, e resterà al vertice. Ecco perché, al contrario, anticiperà a febbraio i termini del rinnovo delle cariche: prima delle elezioni politiche, così almeno la «Ca’ de Sass» non ne subirà gli scossoni...