Italia e Spagna salvano il pil dell'Europa
I dati Istat e le previsioni del FMI raccontano di un'Italia in crescita mentre altri paesi, come la Germania, hanno il segno meno
L’Eurozona ha evitato la recessione grazie alla crescita di Italia e Spagna. Nel 2023, secondo l'ultima rilevazione fatta dall’Istat il Pil nazionale è cresciuto dello 0,7%, mentre quello spagnolo del 2,5%. Positivi i dati italiani anche per quanto riguarda il quarto trimestre del 2023, visto che si è fatto registrare un +0,2%, in aumento rispetto allo 0,1% del trimestre precedente. Dati che collocano il nostro Paese tra le giurisdizioni che hanno contribuito positivamente alla crescita dell’Eurozona. “I dati macroeconomici del Belpaese hanno dunque sorpreso un consensus piuttosto pessimista sebbene, a livello aggregato, i Paesi del Sud Europa abbiano contribuito positivamente alla crescita dell’Eurozona, che è risultata dello 0,1% su base tendenziale”, spiega Giacomo Calef, country head di NS Partners.
Altrettanto non si può dire per Francia e Germania. L’Eurostat ha infatti riportato un -0,3% per la Germania nell’ultimo trimestre del 2023. Gli indici di fiducia di consumatori e aziende continuano a rimanere pessimisti, con la Bundesbank che ha avvertito che l’economia resterà stagnante anche nei primi mesi del 2024. Anche la Francia non brilla, visto che la sua economia si conferma in stagnazione. “Rispetto a Francia e Germania, invece, l’Italia si è dimostrata molto più resiliente agli shock di carattere macroeconomico e geopolitico”, precisa Calef.
Dinamica che si è resa particolarmente evidente alla luce della debolezza dell’economia tedesca. Un Germania debole avrebbe dovuto impattare in modo significativo sugli affari italiani dato che “rappresenta il principale partner commerciali con una quota del 13%”, precisa eToro, ma l’economia nazionale non ne è stata penalizzata, anzi “la variazione congiunturale evidenzia un aumento sia nel settore industriale che nei servizi, sottolineando la resilienza dell'Italia in un contesto economico europeo complesso”.
Conferme positive per il nostro Paese arrivano poi anche dal Fondo monetario internazionale che sottolinea come la crescita nel 2024 sarà dello 0,7% e per il 2025 dell’1,1%. Stima quest’ultima rivista al rialzo di 0,1 punto percentuale. Anche in questo caso le performance italiane sono di tutto rispetto dato che superano le previsioni del Regno Unito (+0,6%) e della Germania (+0,5%) per quest'anno.
Una crescita quella italiana che nel 2023 si è dimostrata essere superiore anche rispetto allo 0,5% dell’Eurozona, ma che risulta essere leggerme inferiore a quanto messo nero su bianco nella Nadef dal governo Meloni (0,8%). A pesare sono stati indubbiamente il contesto internazionale, le tensioni sul mercato dell’energia e da ultimo la situazione sul Mar Rosso che potrebbe influenzare negativamente l’andamento dell’inflazione e di conseguenza i relativi tagli dei tassi, tanto aspettati da parte della Bce. Nonostante però le varie difficoltà l’Italia ha retto bene. Gli ultimi dati del 2023 e le previsioni per il 2024 fanno capire che il nostro Paese è sulla strada giusta. In tutto questo, il Pnrr e la sua attuazione giocherà un ruolo fondamentale per la futura crescita.
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