Jackson hole
(Ansa)
Economia

Jackson Hole: Nel simposio la possibile chiave per la politica monetaria globale

Atteso l'intervento di Powell. Focus su inflazione, tagli dei tassi e prospettive economiche USA.

Jackson Hole, ci siamo. Da giorni mercati e investitori sono in attesa, occhi puntati sul resort alle pendici delle Montagne Rocciose, in una delle contee più ricche degli Stati Uniti, dove ogni fine agostosi danno appuntamento economisti, banchieri centrali, accademici, operatori dei mercati finanziari e rappresentanti del governo americano. AlJackson Hole Economic Policy Symposium, organizzato dalla Federal Reservedi Kansas City, si traccia la rotta economica dell’anno. Il tema quest’anno(da oggi a sabato) è “il tema dei temi”: 'Rivalutare l'efficacia e la trasmissione della politica monetaria'. Dopo anni è arrivato il momento di invertire la rotta?

L’attesa principale è per l’intervento di venerdì del capo della Fed, Jerome Powell. È soprattutto da lì che si aspettano indizi sulla tempistica dei tagli dei tassi negli Stati Uniti e quindi, a cascata, sul resto del mondo.Sforbiciata data quasi per scontata, ma con che ritmo e con quale entità non è ancora chiaro. La prossima riunione decisiva della Fed è in programma il 18 settembre. La situazione è incerta. A luglio Powell aveva assicurato che se l’inflazione e il mercato del lavoro avessero continuato a raffreddarsi il taglio dei tassi di interesse ci sarebbe stato finita l’estate. A inizio agosto i dati della disoccupazione statunitense inrisalita al 4,3% contro il 4,1% atteso hanno innescato incertezza sulla tenuta dell’economia americana e sulla possibilità del taglio dei tassi a settembre. I mercati hanno risposto con un profondo rosso. Poi la risalita, piano. E la settimana scorsa sono arrivati dati incoraggianti sulle vendite al dettaglio (+ 1% a luglio, meglio delle previsioni) e sull’inflazione a raffreddare la paura recessione e ridare ottimismo sulle mosse della Fed. Il mercato si aspetta un taglio di un quarto di punto percentuale a settembre, ma non si esclude neanche si arrivi allo 0.50%.

Da sempre il simposio di fine estate di politica economica della Federal Reserve (dal 1978 a Kansas City e dal 1982 a Jackson Hole) è il palcoscenico di annunci rilevanti sul panorama economico e finanziario globale. Nel 2014 l’allora presidente della Bce Mario Draghi presentò qui a Jackson Hole le basi del programma di quantitative easing per stabilizzare i mercati finanziari e promuovere la crescita economica dell’Eurozona. Nel 2022 Jerome Powell confermò la linea dura per la politica monetaria e le borse di tutto il mondo risposero subito andando al tappeto.

Certo quest’anno le parole del governatore centrale americano sono ancora più sotto i riflettori. Powell non detterà certamente l’agenda nel dettaglio (mancano ancora settimane e dati importanti). Ma in molti si aspettano più delle foto di rito sotto le Montagne Rocciose. I mercati si aspettano almeno una conferma della strada indicata a luglio euna rassicurazione sulla salute dell’economia americana. E magari indizi tra le righe non solo a breve termine, soprattutto andando incontro a mesi di “incertezza”, con le elezioni politiche in casa e guerre e tensioni geopolitiche intorno. Ecco perché c’è tanta attesa perJackson Hole, anche quest’anno.

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Cristina Colli