Jérôme Kerviel, da Parigi a Roma a piedi (e ritorno)
L'ex-trader della Société Générale, simbolo della finanza senza scrupoli, attende il verdetto della Cassazione sulla via del ritorno dal suo pellegrinaggio
Ispirato da Papa Francesco, il trader francese Jérôme Kerviel, 37 anni, è partito per un pellegrinaggio che, da Parigi, lo ha portato a Roma. Proprio mentre è sulla via del ritorno verso la capitale francese, il trader attende il verdetto della Corte di Cassazione francese che potrebbe confermare la condanna a cinque anni di prigione e a una multa da cinque miliardi di euro come risarcimento per le sue ardite operazioni sui derivati.
Kerviel, ricorda The Independent , è accusato di violazione della fiducia, contraffazione e uso illegale di sistemi informatici nell’ambito di un’operazione che è costata a Société Générale per cui lavorava 4,9 miliardi di euro nel 2008. Sempre secondo l’accusa, il trader avrebbe esposto la terza più grande banca d’affari francese a un rischio da 50 miliardi di dollari, oltre ad aver praticamente azzerato il profitto per due anni. Kerviel non ha mai negato di aver falsificato documenti o di aver annunciato operazioni inesistenti sui sistemi informatici della banca, ma sostiene che le sue azioni siano avvenute con la tacita accettazione della sua condotta da parte del vertice della banca e, addirittura, ci sia stato l’incoraggiamento da parte dei suoi superiori, ben disposti a chiudere un occhio davanti alla possibilità di incassare, a questo modo, miliardi di euro. Prova ne è il bonus da 60mila euro ottenuot a fine anno. Société Générale insiste che Kerviel, che è arrivato a fare carriera nella banca pur senza aver frequentato una scuola o un’università d’élite, sia un genio del male che abbia agito da solo.
Gli osservatori non sono meno teneri. Le Figaro, per esempio, ha descritto il pellegrinaggio di Kerviel, che viaggia a piedi con un budget di trenta euro al giorno, una disperata mossa mediatica. Quale sarà il verdetto della corte, atteso per il prossimo 19 marzo, una cosa è certa: continuerà a dividere colpevolisti e innocentisti, ovvero chi crede che, se mai dovesse finire dietro le sbarre, Kerviel non dovrebbe andarci da solo.