Jobs Act, controlli su telefoni e computer: 5 cose da sapere
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Economia

Jobs Act, controlli su telefoni e computer: 5 cose da sapere

Ecco perché con la riforma del lavoro, sarà più facile per le imprese controllare i pc o gli apparecchi aziendali dati ai dipendenti

Controlli sui dipendenti più facili, soprattutto sui loro telefoni e computer aziendali. Sono queste, in sintesi, le conseguenze di alcune norme contenute negli ultimi decreti del Jobs Act, la riforma del lavoro del governo Renzi. Il testo delle nuove regole sui controlli a distanza è stato inviato dal governo al Parlamento, che dovrà esprimere entro il 18 luglio un parere non vincolante. Ma ecco, di seguito, una panoramica su cosa cambierà nei rapporti tra imprese e lavoratori.


L'articolo 4 rottamato

Le norme del Jobs Act appena approvate dal consiglio dei ministri cambiano la disciplina dell'articolo 4 dello Statuo dei Lavoratori del 1970. In base a questa norma, è “vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei dipendenti”. Se l'utilizzo di sistemi di controllo a distanza è reso necessario per esigenze organizzative e di sicurezza, l'azienda può installare le relative apparecchiature solo dopo aver raggiunto un accordo con i sindacati o, in assenza di quest'ultimo, solo dopo aver chiesto un'autorizzazione alla Direzione territoriale del Lavoro.

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Computer e telefoni sotto controllo

Se gli ultimi decreti del Jobs Act verranno approvati senza modifiche sulla Gazzetta Ufficiale, le aziende potranno controllare, senza il consenso dei sindacati e senza l'autorizzazione del Ministero del Lavoro, tutti i computer, i telefonini, i tablet e le apparecchiature elettroniche messe a disposizione dei dipendenti. Stesso discorso per i badge che servono per l'accesso ai luoghi di lavoro.


Niente telecamere senza autorizzazione

Per i controlli a distanza effettuati con le telecamere e altri apparecchi audiovisivi, sarà ancora necessario (come oggi) un accordo con i sindacati. In assenza di un'intesa tra le parti sociali, l'installazione delle telecamere potrà avvenire con il via libera della Direzione territoriale del lavoro (o del ministero del Lavoro, per aziende con diverse sedi in Italia). I controlli con le telecamere dovranno comunque essere sempre legati solo a esigenze di sicurezza e protezione degli impianti e del patrimonio aziendale.

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I rischi per i lavoratori

Le informazioni raccolte dall'azienda con i controlli a distanza e con gli apparecchi elettronici potranno essere utilizzate anche per eventuali provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del dipendente, quindi per un richiamo o una sanzione a suo danno oppure per un licenziamento. L'impresa sarà comunque obbligata a informare i lavoratori sulle modalità con cui effettua i controlli a distanza e quelli su pc, tablet e dispositivi elettronici. Inoltre, dovranno sempre essere rispettate le norme sulla privacy.

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Le reazioni dei sindacati

Le nuove norme del Jobs Act sui controlli a distanza hanno provocato dure reazioni da parte dei sindacati, che ora sollecitano un cambiamento del testo. La Cgil ha parlato di un vero e proprio “colpo di mano”, mentre Cisl e Uil chiedono che la disciplina dei controlli a distanza venga lasciata ai liberi accordi negoziali tra aziende e sindacati, senza che il governo attui una deregulation a vantaggio delle sole imprese.


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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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