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Economia

La ricetta svedese per uno sviluppo sostenibile e inclusivo

Trasparenza, cooperazione, globalizzazione, regole precise e protezione dell'ambiente sono alcune delle priorità per garantire una crescita equa

Possibile che la globalizzazione sia all'origine di tutti i mali del nostro secolo? Possibile che siano stati l'eccessiva liberalizzazione dei mercati e l'integrazione economica a creare inflazione, crisi finanziarie e disoccupazione? La propaganda populista ne è convinta, ma la soluzione proposta, vale a dire il ritorno al protezionismo, non è ne' praticabile ne' sostenibile. Anche tanti economisti ritengono che alcune delle sfide che il mondo si trova oggi ad affrontare dipendano dalla globalizzazione, e in particolare ammettono che non è sufficiente mantenere i bilanci nazionali e l'inflazione sotto controllo per garantire un livello di crescita rapida, costante e inclusiva.

Per cercare di capire quali riforme sia necessario attuare per rimettere in sesto i mercati internazionali, l'Agenzia per la Cooperazione e lo Sviluppo Internazionale svedese ha radunato un gruppo di analisti che, dopo ore di intensa discussione, hanno individuato otto variabiliin grado di favorire una crescita inclusiva.

Pil

La crescita del Prodotto interno lordo di una nazione dovrebbe essere considerata un mezzo per raggiungere un determinato obiettivo. La crescita non è "necessaria", ma serve per garantire allo Stato le risorse necessarie per migliorare la vita dei cittadini offrendo loro un contesto in cui possono trovare un impiego, in cui possonno permettersi di acquistare i beni di consumo di cui hanno bisogno, una casa, di sfruttare scuole e strutture sanitarie di buon livello e via dicendo. 

Sviluppo inclusivo

La politica economica di una nazione deve essere focalizzata alla promozione di un modello di sviluppo inclusivo. Sono i politici a doversi assicurare che i benefici di crescita e sviluppo siano condivisi da tutti in eguale misura, o che, quanto meno, nessuno ne resti escluso. L'aiuto per le classi più disagiate non deve essere percepito come un imperativo morale, ma come l'unica strategia possibile per evitare pericolose e potenzialmente ingestibili tensioni sociali.

Ambiente

La sostenibilità ambientale del modello di sviluppo è ormai diventata un must. Qualsiasi sistema di crescita che non protegga l'ambiente non è sostenibile. A livello globale i danni generati dai cambiamenti del clima sono già visibili a tutti, ed è evidente come ogni nazione debba cercare di adattare le sue esigenze a quelle del pianeta.

Il triangolo tra Stato, mercato e società civile

I mercati sono istituzioni sociali che hanno bisogno di regole precise per allocare le risorse in maniera effciente. Le crisi finanziarie degli ultimi 25 anni sono partite tutte da mercati non sufficientemente regolamentati. Se lo Stato è l'unico attore che può garantire il rispetto delle regole, la società civile è fondamentale per fare sì che le istituzioni governino in maniera trasparente. 

Flessibilità

Abbiamo sempre pensato che le finanze dello stato dovessero essere in ordine per garantire la stabilità dei mercati. Tuttavia, un minimo di flessibilità può essere necessaria per reagire meglio alle difficoltà. Gli stimoli fiscali possono essere molto utili in tempi di crisi per far ripartire l'economia, ma quando tutto va bene è importante far sì che debito pubblico e inflazione restino sotto controllo.

Tecnologia e disuguaglianza

La tecnologia ha avuto un impatto molto negativo sul tasso di disuguaglianza. Le macchine hanno "rubato" molti più posti di lavoro della globalizzazione, e hanno permesso alle aziende di tagliare gli stipendi. Per rudurre l'impatto negativo delle nuove tecnologie nel mondo del lavoro, quindi, non bisogna promuovere il protezionismo, ma lavorare sul capitale umano e sui redditi, aumentando il potere contrattuale della forza lavoro.

Valori e mentalità

Anche valori e mentalità possono avere un impatto forte sulla performance economica di un paese. In un contesto in cui le regole, oltre ad essere chiare, sono rispettate, i mercati funzionano decisamente meglio.

La comunità internazionale

Sia la globalizzazione sia le politiche economiche nazionali creano esternalità che, a loro volta, generano una serie di costrizioni sulle politiche da implementare. Alcuni esempi sono le politiche di immigrazione, quelle commerciali o i regolamenti fiscali. Questo tipo di esternalità può essere gestito solo a livello globale e in un contesto cooperativo, per evitare che si creino distorsioni in grado di colpire i paesi in via di sviluppo più degli altri.

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Redazione Panorama